Aprire un conto corrente estero legalmente nel 2024: è possibile?

08 Gennaio 2024 - Redazione

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Aprire un conto corrente all'estero è legittimo? Tutto quello che c'è da sapere a riguardo

Aprire un conto corrente all’estero, diversamente da come si potrebbe pensare, è pienamente legittimo; anzi, nessuno potrebbe impedire ad un soggetto di recarsi in un Paese estero per aprire un conto bancario in quanto ogni soggetto ha la facoltà di aprire un conto all’estero per poter depositare i propri risparmi.

Il denaro che ogni soggetto possiede in modo legittimo, infatti, è un bene mobile di sua proprietà, sicché nei limiti di legge può utilizzarlo come meglio crede. In poche parole, non vi sono limiti nell’utilizzo legale dei propri soldi a patto che vengano rispettate le norme vigenti nello stato di residenza fiscale ed in quello in cui i soldi vengono depositati.

 

Cosa si intende con conto corrente estero

Quando si parla di conto corrente estero si fa riferimento ad un prodotto finanziario emesso da un istituto bancario che si trova all’estero, ovvero al di là dei confini nazionali.

Sotto il profilo strettamente normativo il conto corrente estero è soggetto alle normative vigenti nel Paese dove opera la banca e, al tempo stesso, può essere utilizzato anche nel nostro Paese direttamente online o, in alternativa, recandosi presso le filiali italiane presenti sul territorio.

È chiaro che operare direttamente online è più comodo in quanto non sempre sono presenti molte filiali di banche estere in Italia, il che potrebbe rendere scomodo fare qualsiasi operazione. Ed è proprio per questo che spesso la scelta ricade su un conto corrente estero online, uno strumento capace di rispondere a tutte le esigenze dei consumatori o di imprenditori che hanno intenzione di aprire un conto personale o un conto societario all’estero.

 

Come funziona un conto corrente estero

Dopo aver risposto alla domanda: “posso io aprire un conto corrente all’estero?” è necessario capire come funziona questo particolare conto corrente all’estero.

In breve un conto corrente estero permette di eseguire tutte le operazioni di qualsiasi conto corrente italiano; anche con un conto corrente estero si ha dunque un proprio IBAN, si gode della possibilità di depositare i propri risparmi, di ricevere pagamenti eccetera.

Ancora, un’altra caratteristica comune ai conti esteri e quelli italiani (online) è la possibilità di investire in criptovalute ed in azioni senza dover necessariamente spendere cifre considerevoli di denaro.

Premesso ciò, è bene sapere però che esistono anche differenze tra conti esteri ed italiani: in primis la maggior parte dei conti correnti esteri sono multivaluta, ovvero il correntista ha la possibilità di gestire i propri soldi in differenti valute, fermo restando che il conto è pur sempre unico.

Ancora, un’altra importante differenza è l’assenza di marca da bollo, infatti i titolari di conti correnti esteri sono tenuti al pagamento dell’Ivafe, un’imposta sul valore delle attività finanziarie estere ove la giacenza media sia superiore ad euro 5.000.

Conto corrente estero cos'è  

Quali sono i vantaggi e qual è la convenienza di aprire un conto estero

Sono molteplici i vantaggi che ruotano attorno all’apertura di un conto corrente estero:

  1. In primo luogo, un importante vantaggio è come già anticipato quello di gestire un conto corrente multivaluta, il che significa pagare ed incassare in diverse valute, nonché poter diversificare i propri investimenti avendo un unico conto corrente;
  2. Secondariamente, i conti correnti esteri permettono anche di usufruire di migliori rendimenti, diversamente da ciò che accade in Europa dove i tassi d’interesse sono sempre più bassi, contrariamente a quanto sta accadendo in altri Paesi esteri. Da ciò deriva che è possibile usufruire di strumenti finanziari più innovativi e con maggiori possibilità di guadagno.
  3. Infine, non tutti sanno che aprire un conto corrente estero permette di proteggere i propri risparmi dai debiti del Paese in cui si risiede.

In alcuni Paesi, come è già accaduto anche in Italia, i governi a causa della crisi finanziaria hanno deciso di adottare misure restrittive per poter ripianare o comunque migliorare la propria esposizione debitoria. In parole povere i governi hanno effettuato prelievi forzosi sui conti correnti, controlli sui capitali, hanno introdotto tasse particolarmente salate o, in casi più gravi, hanno addirittura congelato i depositi.

Aprire un conto corrente estero in una banca che si sottrare alla giurisdizione italiana permette di proteggersi da eventualità simili. 

 

Quali sono i rischi di aprire un conto estero

Dopo aver analizzato i vantaggi che derivano dall’apertura di un conto corrente all’estero è necessario analizzare anche quali sono gli svantaggi ed i possibili rischi che riguardano l'apertura di un conto corrente estero.

  1. Innanzitutto, è necessario sottolineare che la procedura di apertura del conto corrente può essere piuttosto difficile se non si è residente estero, a meno che non si scelga di aprire un conto corrente all’estero online.
  2. In secondo luogo i conti correnti esteri risultano essere complicati o comunque farraginosi per chi è solito effettuare versamenti in contanti, altro motivo che spinge ad optare per i conti online.
  3. Un ulteriore importantissimo svantaggio, sono le commissioni sui prelievi; diverse banche impongono infatti commissioni sui prelievi piuttosto salate.
  4. Infine, è necessario sapere che l’apertura di un conto corrente all’estero potrebbe in alcuni casi violare la legge italiana. Questo avviene, ad esempio, in caso di conto corrente anonimo in un Paese Offshore al fine di evadere o di eludere i creditori.

Tali aspetti, unitamente alla possibilità di pignorare un conto corrente all’estero, verranno meglio approfonditi in prosieguo.

 

Qual è la procedura per aprire un conto corrente estero

Aprire un conto corrente all’estero, come più volte ribadito, è una procedura pienamente legittima a patto di rispettare taluni requisiti, come ad esempio la legittimità della provenienza del denaro da depositare sul conto.

Deve essere pienamente rispettata anche la normativa in materia di monitoraggio fiscale di attività patrimoniali e finanziarie estere nelle dichiarazioni dei redditi; comunque, la piena legittimità di aprire un conto corrente estero è stata ribadita anche dall’Unione Europea secondo cui: “tutti i cittadini di uno Stato appartenente alla Comunità hanno il diritto di aprire un conto corrente bancario in qualsiasi altro Stato membro, ed anche in istituti finanziari di Paesi non appartenenti all’UE”.

Per quanto concerne la procedura da espletare per poter aprire un conto corrente all’estero, invece, è bene sapere che le modalità di apertura per un soggetto non residente variano da Paese a Paese.

Si tratta comunque in genere di procedure piuttosto complesse e con svariate verifiche da superare. Ogni banca, infatti, richiede una due diligence antiriciclaggio adeguata, senza la quale è praticamente impossibile aprire un qualsiasi conto corrente estero.

Con riferimento ai documenti necessari, invece, occorre sicuramente una copia autenticata e con apostille del proprio passaporto e generalmente vengono richiesti anche:

  1. Bolletta legata ad utenze domestiche a nome del soggetto richiedente;
  2. Estratto conto bancario o una busta paga a nome del richiedente;
  3. Referenze bancarie del richiedente per accertare la propria solvibilità e la propria reputazione.

Tutti i documenti vengono quasi sempre richiesti con traduzione in lingua inglese.

Procedura per aprire conto bancario all'estero  

Come aprire un conto all'estero con le banche digitali

I documenti necessari per aprire un conto corrente all’estero online non sono diversi rispetto a quelli che normalmente richiedono le banche estere quando si apre il proprio conto corrente in una filialefisica”.

La procedura di apertura del conto direttamente online è sicuramente più comoda e veloce da fare, tuttavia l’aspetto più importante da sapere è se sussista o meno la necessità della residenza estera.

Quest’ultima infatti non è strettamente necessaria per poter aprire il proprio conto all’estero, tuttavia è bene accertarsene se si vuol procedere all’apertura del conto di persona, ovvero presso una filiale fisica, poichè la residenza potrebbe giocare un ruolo cruciale.

Ecco perché sempre più persone decidono di aprire il proprio conto corrente all’estero direttamente in modo telematico, grazie al quale è possibile procedere in modo molto più spedito e senza la necessità di presentare particolari referenze o dare troppe spiegazioni. Ovviamente però, anche in questo caso le modalità di apertura del conto possono variare da istituto ad istituto.

 

Quali documenti servono per l'apertura di un conto estero

Come anticipato, per poter aprire un conto corrente all’estero è necessario esibire una serie di documenti, ed oltre a quelli sopra citati è necessario esibire anche una copia di un documento di riconoscimento valido in alternativa al passaporto, la compilazione di uno o più moduli in ottemperanza della normativa europea anti-riciclaggio, ed è infine necessario esibire anche un numero di telefono, un indirizzo e-mail ed il domicilio dove risiede il richiedente.

Molte banche estere possono richiedere, prima di dare l’assenso necessario per aprire il conto corrente, anche le giustificate motivazioni, ovvero il motivo per il quale si vuol aprire il conto corrente.

È proprio in questo frangente che, in caso di mancata residenza all’estero del richiedente, le banche potrebbero cavillare o addirittura non dare il nulla osta per poter aprire il conto corrente.

 

Come avvengono i controlli fiscali su un conto corrente estero

L’articolo 2 comma 4 bis del Decreto-legge n. 4 del 2014, successivamente convertito in Legge n. 50 del 2014 e successive modificazioni, prevede l’obbligo di monitoraggio per i conti correnti aperti all’estero il cui valore massimo giornaliero raggiunto nel periodo d’imposta è superiore alla soglia di euro 15.000,00.

Ciò significa che se si detiene un conto corrente all’estero e nell’anno di riferimento non è mai stata superata, nemmeno per un giorno, la soglia sopra citata, non si è tenuti a rispettare la normativa sul monitoraggio in generale. Ad ogni modo, è necessario compilare l’apposito quadro RW.

L’obbligo di segnalazione del conto corrente ai fini del pagamento dell’IVAFE scatta nel caso in cui la giacenza media del conto corrente estero fosse superiore ad euro 5.000,00.

In sunto, il quadro RW deve essere compilato in caso di giacenza superiore alla somma citata anche se nel corso dell’anno il conto non avesse superato la soglia di 15.000,00 euro ai fini IVAFE.

In caso di conto corrente estero con giacenza media inferiore a 5.000 euro ma che, come valore massimo, ha superato i 15.000 euro, il quadro RW deve essere compilato soltanto ai fini del monitoraggio fiscale.

 

Cosa sono i conti correnti esteri segreti

Spesso si sente parlare dei conti correntianonimi” o “segreti” aperti in Paesi Offshore.

Lo scopo di questi conti correnti è quello di mettere al riparo dalle pretese dei creditori i propri beni, compresa ovviamente l’Amministrazione Pubblica Finanziaria.

Questi particolari conti correnti, come è facile intuire, non sono legittimi.

Tralasciando per un momento le conseguenze giuridiche derivanti dall’apertura di un conto corrente segreto offshore, è bene sapere che la loro apertura è comunque quasi del tutto inutile in virtù dell’adesione all’accordo sullo scambio automatico di informazioni finanziarie a fini fiscali di sempre più Paesi in tutto il mondo.

Infatti, è bene sapere che, ad oggi, i Paesi che non consentono lo scambio di informazioni bancarie a fini fiscali sono pochissimi e sono generalmente Paesi con un alto rischio di perdita del proprio patrimonio. 

I suddetti Paesi, proprio perché sono sempre di meno, tendono ad imporre costi di gestione del patrimonio sempre più alti, il che tende a vanificare l’intera operazione; basti pensare che oggigiorno i Paesi che non collaborano a livello di scambio di informazioni bancarie con il nostro Paese sono pochissimi: Barbuda, Niue, Salomone, Tonga, Maldive, Nauru; Libano, Kribati, Polinesia Francese, Isole Cook e pochissimi altri Stati ancora, ma tutti non particolarmente rinomati per la solidità dei propri sistemi finanziari.

   

Un conto all'estero può essere pignorato?

Altra domanda frequente tra coloro che decidono di aprire un conto corrente all’estero, magari offshore, è se questi possano essere o meno oggetto di pignoramento.

In molti credono che tali conti correnti siano “blindati” e che non siano aggredibili da parte dei creditori, ma è bene sapere che non è proprio così.

In linea generale, per qualsiasi creditore è possibile ottenere il pignoramento del saldo di un conto corrente all’estero di un debitore che si trova fisicamente in Italia, tuttavia si tratta di una procedura spesso piuttosto complessa che tende a diversificarsi a seconda che il pignorante sia un soggetto privato o pubblico.

Se il creditore è un privato, questi ha la possibilità di pignorare il conto corrente estero altrui, tuttavia deve essere in possesso dell’informazione legata al Paese dove il proprio creditore ha aperto il conto corrente ed in quale banca estera ha i propri soldi; in definitiva questo significa che le possibilità che il creditore possa venire a conoscenza di questa informazione sono davvero remote.

Se il creditore invece è lo Stato, ai sensi della Direttiva 26 maggio 2008, n. 2008/55/CE e dal Regolamento 28 novembre 2008, n. 1179/2008 (successivamente modificati dalla Direttiva 16 marzo 2010, n. 2010/24/UE che è stata recepita dal D.Lgs. n. 149/12) anche quest ultimo può pignorare il conto corrente estero del proprio debitore.

Le normative sopra richiamate prevedono uno scambio di funzionario delle autorità nazionali deputate al recupero dei crediti tributari tra i Paesi membri dell’UE. In teoria, dunque, è possibile che possa esserci un’attività comune tra l’Amministrazione finanziaria italiana (ADER) e quella di altro Stato membro dell’UE al fine di attivare una procedura di pignoramento dei beni intestati all’estero e del saldo presente sul conto corrente.

Assistenza legale per conto corrente estero  

Conseguenze se non si dichiara un conto corrente estero

Chi non segnala o segnala in modo infedele il proprio conto corrente estero nell’apposito Quadro RW viene punito con la sanzione dal 3% fino al 15% dell’ammontare non dichiarato, anche in caso di esonero dalla presentazione della dichiarazione dei redditi.

E non finisce qui, perchè nel caso in cui il conto estero non dichiarato fosse detenuto in un "paradiso fiscale", la sanzione è raddoppiata. Tra l’altro, in quest’ultimo caso opera una vera e propria presunzione, salvo prova contraria, che le somme detenute sul conto corrente non dichiarate siano costituite con redditi non assoggettati a regolare tassazione nel nostro Paese.

Oltre al raddoppio delle sanzioni, la normativa fiscale permette all’Agenzia delle Entrate il raddoppio dei termini ordinari per l’accertamento dell’evasione, i quali possono arrivare fino a 14 anni.

Infine, occorre sapere che la semplice violazione dell’obbligo dichiarativo è sanzionabile a prescindere dall’accertamento delle evasioni fiscali connesse all’attività finanziarie detenute all’estero e non dichiarate. Sul tema si segnala una recente ordinanza della Cassazione 2 febbraio 2018 n. 2662.

   

A chi chiedere una consulenza per l'apertura di un conto corrente estero

Se sei intenzionato ad aprire un conto corrente all’estero è sempre buona norma richiedere una consulenza legale ad un avvocato specializzato in tema di fiscalità internazionale.

Il parere di un avvocato tributarista esperto, infatti, può essere necessario per comprendere se è possibile depositare, e con quali limiti, i propri risparmi presso una banca posta all’estero.

Per risolvere ogni dubbio, puoi scegliere di affidarti ai professionisti legali di Quotalo.it così da trovare entro 48 ore il professionista più consono per le tue esigenze a cui richiedere una consulenza dettagliata.

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