Avvocato per reato di spaccio stupefacenti: tutto quello che c'è da sapere e come fare per richiedere una consulenza.
03 Aprile 2023 - Redazione
L'importanza di avere al proprio fianco un avvocato per il reato di spaccio stupefacenti: cosa si rischia e come difendersi
Con il passare degli anni il legislatore, anche sulla scorta della normativa sovranazionale, è intervenuto spessissimo per stigmatizzare l’uso e l’abuso delle sostanze stupefacenti.
Diversamente da come si potrebbe pensare, comunque, essere in possesso di sostanze stupefacenti non equivale all'aver commesso reato di spaccio; la legislazione di riferimento è rappresentata dal Decreto del Presidente della Repubblica 309/1990 il quale prevede tutta una serie di reati in materia di sostanze stupefacenti e psicotrope, tra cui, appunto, il cosiddetto reato di spaccio.
L’ordinamento dispone di un trattamento sanzionatorio diversificato a seconda del tipo di droghe utilizzato dal soggetto agente: si pensi ad esempio alla distinzione tra droghe leggere o droghe pesanti. È ovvio che la pena prevista per lo spaccio di Marijuana non può essere la medesima applicabile a chi spaccia cocaina.
- Indice contenuti
- Cosa si intende per spaccio e quali sono le differenze con il traffico di droga
- Quali sono le sanzioni e in base a cosa cambiano
- Quando lo spaccio è di lieve entità
- Cosa cambia a seconda della tipologia di droga venduta
- Cosa dice l'articolo 73 e cosa si rischia per il reato di spaccio
- Come difendersi dall'accusa di spaccio
- Quanto dura un processo per spaccio di droga
- Cosa succede in caso di recidiva
- Come, quando e perché contattare un avvocato per spaccio di droga
Cosa si intende per spaccio e quali sono le differenze con il traffico di droga
Si parla di reato di spaccio di sostanze stupefacenti quando uno o più soggetti pongono in essere le condotte previste dal Testo Unico sugli stupefacenti DPR 309/1990; più precisamente, le condotte di spaccio di droga sono molteplici, includono l'importazione, l'esporazione, l'acquisto e la detenzione di sostanze stupefacenti e psicotrope e sono puntualmente definite dall’art. 73 del Testo Unico sopra citato.
In virtù della novella introdotta dalla legge n. 49 del 2006, invece, l’uso personale di sostanze stupefacenti è stato depenalizzato. Questo significa che l’uso personale ormai costituisce un illecito amministrativo non rilevante da un punto di vista penale.
Tuttavia, non appena si eccede il quantitativo di minimo dell’uso personale, la condotta assume nuovamente rilevanza penale.
Con spaccio si intendono tutte quelle condotte finalizzate alla produzione ed alla distribuzione a terzi di sostanze stupefacenti al fine di procurarsi denaro, ma prima di analizzarle nel dettaglio è doveroso precisare che il panorama normativo attualmente vigente è il risultato di quanto è stato disposto dalla Legge 36/2014. La normativa ha dettato disposizioni urgenti in materia di sostanze stupefacenti e psicotrope e dei medicinali.
Oggigiorno, dunque, la dicotomia tra “droghe leggere” e “droghe pesanti” non è una distinzione che ha rilevanza solo sul piano sociale ma anche sul piano giuridico, tanto che il legislatore ha previsto pene diverse a seconda delle tabelle in cui rientrano le sostanze stupefacenti oggetto della condotta di reato. Molto spesso lo “spaccio” di droga viene associato a quello di “traffico” di droga, tuttavia questi non sono due concetti completamente sovrapponibili.
Il traffico di droga, infatti, è un sistema di compravendita illegale di sostanze stupefacenti, ma diversamente dal semplice spaccio, il traffico di droga ha un carattere “internazionale”; ciò significa che se il traffico si estende al di là dei confini nazionali, lo spaccio è caratterizzato dall’essere contenuto in determinati confini geografici.
Quali sono le sanzioni e in base a cosa cambiano
La pena applicabile per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti, quindi varia a seconda della tipologia di sostanza spacciata ed è necessario distinguere tra:
- Droghe pesanti; ad esempio, l’eroina e la cocaina
- Droghe leggere; ad esempio, la marijuana
Riassumiamo qui sotto le relative sanzioni previste, premettendo che per lo spaccio di lieve entità non è prevista la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti:
Droghe pesanti | Droghe leggere | Spaccio di lieve entità |
Pena detentiva: da anni otto a venti Sanzione pecuniaria: 25.822€ fino a 258.228 € |
Pena detentiva: reclusione da due anni fino ad un massimo di sei anni Sanzione pecuniaria: multa da 5.164 € fino a 77.468 € |
Pena detentiva: da sei mesi fino ad un massimo di quattro anni Sanzione pecuniaria: da 1.032 € fino a 10.329 € |
Quando lo spaccio è di lieve entità
Giunti a questo punto, però, potrebbe sorgere spontanea la domanda: come faccio a capire se lo spaccio sia qualificabile come “lieve”?
In questo caso, con riguardo alle sostanze stupefacenti spacciate, è necessario prenderne in considerazione:
- I mezzi utilizzati;
- Le modalità;
- Le circostanze;
- La qualità;
- Le quantità
Si tratta di elementi che devono essere valutati congiuntamente da parte del giudice, al fine di permettergli di stabilire se lo spaccio sia di lieve entità oppure no.
Si pensi ad esempio ad un soggetto che spaccia un lievissimo quantitativo di sostanze stupefacenti, con una ridotta circolazione di stupefacenti, di denaro nonché di guadagni limitati.
In questi casi il giudice potrebbe anche concedere un ulteriore sconto di pena applicando l’attenuante generica di cui all’art. 62 n.4 del codice penale. Sul tema si è espressa di recente anche la Suprema Corte di Cassazione la quale ha affermato che: “In tema di stupefacenti, la circostanza attenuante del lucro e dell’evento di speciale tenuità di cui all’art. 62, n. 4, cod. pen. è compatibile con la fattispecie di lieve entità, prevista dall’art. 73, comma 5, D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309”.
Viceversa, la pena è destinata ad essere aumentata se la quantità di sostanze stupefacenti siano ingenti, più precisamente dalla metà fino a due terzi.
Altre aggravanti previste dalla legge sono: la vendita di sostanze stupefacenti a persone minorenni, in caso di sostanze stupefacenti adulterate o commiste ad altre al fine di accentuarne la potenzialità lesiva, se viene offerta al fine di ottenere prestazioni sessuali da parte di persona tossicodipendente e molte altre.
Cosa cambia a seconda della tipologia di droga venduta
Come anticipato, oggi è ben presente la distinzione tra droghe leggere e pesanti, distinzione presente anche a livello normativo ai fini delle conseguenze del reato di spaccio di sostanze stupefacenti.
Tuttavia, per poter comprendere la ratio di tale suddistinzione è necessario analizzare brevemente alcuni passaggi normativi chiave che hanno portato oggi il Testo Unico sulle sostanze stupefacenti a suddividere tali sostanze in quattro tabelle ed una tabella dei medicinali, a loro volta divise in sezioni.
Prima dell’attuale suddistinzione il testo originario del Testo Unico comprendeva ben sei tabelle e le pene previste erano distinte in base alle tabelle stesse ma in maniera decisamente diversa rispetto a quella attuale; in sunto, la pesantezza o la leggerezza della sostanza dipendeva dalla maggiore o minore intensità della pena applicata.
Il panorama normativo di riferimento cambia nel 2006 con il varo della Legge Giovanardi (Legge 49/2006) di conversione del Decreto 272/2005 il quale ha modificato il testo originario del TU riducendo il numero delle tabelle a due: una tabella ricomprendeva tutte le droghe senza fare una distinzione tra leggere e pesanti e l’altra tabella riguardava le sostanze medicinali.
L’intervento legislativo aveva lo scopo di introdurre una sanzione unica per tutti i tipi di droghe utilizzate nella condotta di reato, tuttavia nel 2014 la Suprema Corte di Cassazione ha sollevato una questione di legittimità costituzionale in ordine alla legittimità del sistema introdotto dalla Legge Giovanardi, e la Corte costituzionale con sentenza 32/2014, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della stessa.
Con tale sentenza la Corte Costituzionale ha ridato vita alla distinzione tra droghe leggere e pesanti ed ha sostanzialmente ripristinato l’apparato normativo previgente.
La normativa attuale, invece, prende le mosse dal varo del Decreto-legge 36/2014, che ha dettato disposizioni urgenti sulla disciplina delle sostanze stupefacenti e psicotrope e medicinali, perciò in poche parole oggi è ritornata in auge la distinzione a fini penali tra droga leggera e pesante con conseguente diverso sistema sanzionatorio a seconda delle tabelle in cui rientrano le sostanze stupefacenti oggetto della condotta prevista dalla legge come reato.
Cosa dice l'articolo 73 e cosa si rischia per il reato di spaccio
L’articolo 73 del Testo Unico sugli stupefacenti è, come anticipato, la norma chiave in tema di reato di spaccio, che tipizza diverse condotte che integrano appunto il reato di spaccio di stupefacenti. La norma è rubricata “Produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope”, dopo le modifiche intervenute a seguito dalla legge 49/2006. Più precisamente, il Testo Unico stabilisce che è punito:
"Chiunque coltiva, produce, fabbrica, estrae, raffina, vende, offre o mette in vendita, cede, distribuisce, commercia, trasporta, procura ad altri, invia, passa o spedisce in transito, consegna per qualunque scopo sostanze stupefacenti o psicotrope di cui alla tabella I prevista dall’articolo 14, è punito con la reclusione da sei a venti anni e con la multa da euro 26.000 a euro 260.000."
Ancora, l’art. 73 dispone che "chiunque, senza l’autorizzazione di cui all’articolo 17, importa, esporta, acquista, riceve a qualsiasi titolo o comunque illecitamente detiene sostanze stupefacenti o psicotrope che per quantità, in particolare se superiore ai limiti massimi indicati con decreto del Ministro della salute, ovvero per modalità di presentazione, avuto riguardo al peso lordo complessivo o al confezionamento frazionato, ovvero per altre circostanze dell’azione, appaiono destinate ad un uso non esclusivamente personale (...) la pena in questo caso è la stessa prevista nell’ipotesi precedente." Infine, prevede che "chiunque, essendo munito dell’autorizzazione di cui all’articolo 17, illecitamente cede, mette o procura che altri metta in commercio le sostanze o le preparazioni indicate nelle tabelle I e II di cui all’articolo 14. La condotta è punita con la reclusione da sei a ventidue anni e con la multa da euro 26.000 a euro 300.000."
Come difendersi dall'accusa di spaccio
Difendersi da un’eventuale accusa di spaccio di sostanze stupefacenti non è una cosa semplice.
È bene precisare fin da subito che non esiste una strategia difensiva universale, tutto dipende dalle sfumature e dalle esigenze del singolo caso concreto; per poter pensare di difendersi contro un'accusa di spaccio, devono sussistere tre condizioni:
- Il fatto di spaccio deve essere di lieve entità;
- L’offesa deve essere di particolare tenuità;
- Il comportamento non deve essere abituale.
Nel caso in cui sussistano tutte e tre le condizioni, il giudice potrebbe emettere una sentenza di non luogo a procedere per tenuità del fatto.
Come anticipato, comunque, le pene previste per il reato di spaccio sono piuttosto severe perché il legislatore cerca di stigmatizzare tali condotte, caratterizzate da un notevole disvalore sociale.
Vista la posta in gioco quindi, qualora si dovesse essere accusati di tale reato è fondamentale rivolgersi ad avvocati specializzati nel diritto penale, magari con una comprovata esperienza.
Se sei alla ricerca di un professionista in questo ambito, Quotalo.it è ti permette di metterti in contatto con l'avvocato più vicino a cui chiedere tutte le informazioni che ti servono o una consulenza legale.
Quanto dura un processo per spaccio di droga
Non è facile stabilire quanto possa durare un processo per spaccio, tendenzialmente perché ogni processo è a sé e tutto dipende dalle peculiarità del caso di specie.
Un conto è concludere un processo che vede come protagonista un piccolo spacciatore, tutt’altra cosa è il processo che ha per oggetto uno spacciatore di fama nazionale, o magari un’associazione finalizzata alla produzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Ad ogni modo, la legge stabilisce che la durata delle indagini preliminari per questi reati sia pari a sei mesi massimo, salvo per ipotesi di particolare gravità dove il termine si raddoppia.
Nonostante l’ormai nota lentezza delle aule di giustizia italiana, il legislatore negli ultimi anni è più volte intervenuto sul tema, anche sulla scorta degli impulsi sovranazionali, al fine di garantire una durata ragionevole del processo.
Cosa succede in caso di recidiva
Anche per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti e psicotrope è prevista l’applicabilità della circostanza aggravante della recidiva ai sensi dell’art. 99 del c.p. La norma testé citata, infatti, dispone che, chi, dopo essere stato condannato per un delitto non colposo, ovvero doloso, ne commette un altro, può essere sottoposto ad un aumento pari ad un terzo della pena da infliggere per il nuovo delitto doloso.
Ma non finisce qui, la pena, infatti, può essere aumentata fino alla metà se:
- Il nuovo delitto doloso è della medesima indole;
- Il nuovo delitto doloso sia stato commesso nei cinque anni dalla condanna precedente;
- Il nuovo delitto doloso sia stato commesso durante o dopo l’esecuzione della pena, ovvero durante il tempo in cui il condannato si sottrare volontariamente all’esecuzione della pena.
In tema di applicabilità della circostanza aggravante citata anche al reato in esame, si è di pronunciata la Suprema Corte di Cassazione, la quale ha ribadito che per la recidiva reiterata, l’aumento della pena è sempre facoltativo (leggasi Cass. VI dicembre 2009 n. 47909.)
Come, quando e perché contattare un avvocato per spaccio di droga
Nel caso in cui si venisse accusati del reato di spaccio di sostanze stupefacenti è di fondamentale importanza avere al proprio fianco un avvocato penalista di fiducia.
Ma quando è il caso di rivolgersi ad un legale? Nel nostro ordinamento chi è sottoposto alle indagini preliminari non sa di esserlo, pertanto il primo momento utile per potersi rivolgere ad un avvocato potrebbe essere quello in cui si riceve l’avviso all’indagato della conclusione delle indagini preliminari, ai sensi dell’art. 415 c.p.c. In questo caso è davvero importante rivolgersi ad un avvocato penale competente ed esperto al fine di concordare fin da subito la migliore strategia processuale finalizzata ad ottenere il massimo risultato per il cliente. Se sei alla ricerca di un avvocato specializzato nel settore del diritto penale, Quotalo.it è ciò che fa per te. In pochissimi passaggi ti mettiamo in contatto con il professionista più vicino a te a cui chiedere una consulenza legale accurata ed affidabile.