Come presentare un ricorso al tar: procedura, termini e costi
03 Dicembre 2023 - Redazione
Ricorso al Tar: tutto quello che c'è da sapere
Nel nostro ordinamento giuridico esistono diverse tipologie di Tribunali, ognuno con la propria giurisdizione e con la propria competenza. Tra di essi rientra ad esempio il Tar, ovvero un organo giurisdizionale dedicato ai problemi che vedono come protagonisti soggetti ed organi della Pubblica amministrazione come ad esempio lo Stato, la Regione, la Provincia o il Comune. Lo scopo di questo particolare organo è quello di garantire una tutela rapida ed efficiente nei confronti della complessa macchina amministrativa, garantendo così ai cittadini di potersi difendere e far valere i propri interessi e diritti.
- Indice contenuti
- Cos'è il tar e cosa si intende con ricorso al tar
- Termini per il ricorso al tar
- procedura per il ricorso al tar, come si svolge
- ricorso al tar costi medi
- Si può fare ricorso al tar senza avvocato e quanto costa senza avvocato
- Rischi di fare ricorso al Tar senza avvocato
- È possibile impugnare la sentenza?
- Quanto tempo ci vuole per fare ricorso
- Cosa succede in caso di vincita del ricorso e cosa succede in caso di perdita
- Parcella di un avvocato per ricorso al tar
Cos'è il tar e cosa si intende con ricorso al tar
In estrema sintesi, il Tar è un Tribunale Amministrativo Regionale di primo grado, il cui compito è quello di risolvere le controversie tra la Pubblica Amministrazione ed i cittadini. È risaputo, infatti, che la Pubblica Amministrazione è solita commettere errori, che sono in genere dovuti anche a causa della massiccia burocrazia presente all’interno del nostro Paese, a discapito degli istanti, ovvero coloro i quali presentano una richiesta alla PA.
Ebbene, grazie al Tar, coloro i quali ritengono di aver subito un pregiudizio ad un proprio interesse legittimo o ad un proprio diritto soggettivo, possono agire con il ricorso al Tar. Prima di analizzare cosa si intende per ricorso al tar, è doveroso sottolineare che ogni regione della Repubblica ha il proprio Tar di riferimento, con le relative competenze territoriali.
Il Tar maggiormente famoso è sicuramente il Tar Lazio, il quale, oltre ad essere il Tribunale Amministrativo con più controversie iscritte a ruolo, è dotato anche di una competenza funzionale, il che lo rende sicuramente uno dei tribunali più importanti in Italia.
Con ricorso al Tar si fa riferimento allo strumento processuale mediante il quale è possibile agire in giudizio, tramite Ricorso appunto e non tramite Atto di citazione in giudizio come avviene invece nel processo civile, e chiedere tutela al Giudice competente.
Termini per il ricorso al tar
Per poter impugnare un atto amministrativo è necessario prestare particolare attenzione ai termini imposti dal legislatore, si tratta infatti di termini cosiddetti “perentori”; ciò significa che una volta scaduto il termine non sarà più possibile agire in giudizio.
Ad ogni modo, come prima cosa è fondamentale distinguere due tipologie di scadenza:
- La decadenza: rappresenta il tempo massimo entro il quale è possibile impugnare un atto amministrativo, ovvero due mesi dalla notificazione o dalla pubblicazione dell’atto stesso;
- La prescrizione: rappresenta il termine massimo che la legge concede ad un diritto soggettivo, in questo caso quello del cittadino nei confronti dello Stato, ovvero 10 anni.
Per quanto riguarda i rimedi straordinari di impugnazione invece, quali la revocazione e l’opposizione del terzo, i termini di impugnazione sono diversi. Per la revocazione, questa può essere proposta entro 60 giorni dalla scoperta dei vizi indicati all’art. 395 del Cpc n. 1,2,3 e 6, per i vizi di cui al n. 4 e 5, invece, i due mesi decorrono dalla notifica della sentenza.
Per quanto riguarda l’opposizione del terzo, al contrario, non è previsto un termine “rigido” per impugnare la sentenza del Tar, essendo tale rimedio straordinario più “flessibile”.
Il termine di sessanta giorni sopra menzionato si riduce a trenta, decorrenti dalla notifica o dalla pubblicazione in caso di provvedimento relativo ad appalto, oppure si raddoppia nel caso di richiesta di risarcimento del danno; anche in questo caso il termine inizia a decorrere dalla notifica o dalla pubblicazione dell’atto. Anzi, in questo caso la richiesta di risarcimento del danno può essere presentata non solo durante la pendenza del processo stesso ma addirittura entro centoventi giorni dalla conclusione del giudizio.
Procedura per il ricorso al tar, come si svolge
È quindi possibile impugnare un atto amministrativo entro e non oltre due mesi dal momento della pubblicazione o dalla notifica dello stesso, ma cosa succede una volta fatto?
È necessario, innanzitutto, depositare il ricorso presso l’ufficio della Segreteria del Tribunale Amministrativo Regionale entro al massimo un mese, in modo da incardinare il processo. Occorre altresì sottolineare che, nel caso in cui si volesse richiedere anche un risarcimento danni causato dall’illegittimità del provvedimento, è necessario comunicarlo entro e non oltre 120 giorni dalla data in cui si ha conoscenza dell’atto stesso.
Quand’anche il ricorso dovesse essere accolto dall’autorità giudiziaria, ovvero il Tar, gli effetti dell’atto oggetto del contendere non svanirebbero in modo automatico.
Infatti, il legislatore ha previsto che solo ed esclusivamente in caso di gravi motivi è possibile richiedere al giudice la sospensione degli effetti del provvedimento impugnato attraverso la misura cautelare sospensiva, mentre in tutti gli altri casi, nonostante l’accoglimento del ricorso, il provvedimento continuerà ad essere pienamente efficace. Viceversa, nel caso in cui il ricorso non dovesse essere accolto dal Giudice, sarà comunque sempre possibile presentare appello dinanzi al giudice di appello, ovvero, il Consiglio di Stato.
Ricorso al tar costi medi
Così come per tanti altri processi, anche il ricorso al Tar impone al ricorrente di far fronte a delle spese processuali, che non è però possibile stabilire a priori poiché ogni processo è diverso ed ha proprie caratteristiche.
In linea generale, è possibile affermare che i costi medi per poter presentare un ricorso dinanzi al Tar oscillano tra i 3.500 € ed i 4.000 €.
Ovviamente tale importo può subire notevoli aumenti in base alla parcella del proprio avvocato; anche in questo caso non è possibile stabilire in anticipo quale sarà l’onorario del professionista, ciò perché ogni avvocato potrebbe richiedere un costo diverso a seconda della propria esperienza, carico di lavoro, specializzazione e molti altri fattori.
Ciò non significa comunque che i meno abbienti non possano agire in giudizio per tutelare i propri interessi; il legislatore ha previsto proprio per questo motivo che tutti i cittadini che appartengono ad una fascia di reddito bassa possano usufruire di apposite agevolazioni.
È concesso infatti il cosiddetto patrocinio gratuito a tutti coloro che dichiarano di percepire un reddito che sia complessivamente inferiore ad euro 11.528,41. Il patrocinio gratuito è espressamente disciplinato dal Decreto del Presidente della Repubblica n. 115 del 2002, il quale, all’art. 74 dispone che è assicurato il patrocinio nel processo civile, amministrativo, contabile, tributario negli affari di volontaria giurisdizione, per la difesa del cittadino non abbiente quando le sue ragioni risultino non manifestamente infondate.
Si può fare ricorso al tar senza avvocato e quanto costa senza avvocato
Con il passare degli anni il processo amministrativo si è lentamente evoluto ed è ormai diventato anche telematico, ciò significa che è ormai possibile per il cittadino ricorrere al Tribunale Amministrativo Regionale competente senza il sussidio di un avvocato. Il ricorso, infatti, può essere presentato mediante la compilazione di un modulo dei mini URP, ovvero, dei particolari sportelli predisposti per il cittadino e presenti in ogni TAR ed al Consiglio di Stato.
Ovviamente è possibile agire in giudizio senza il proprio avvocato solo ed esclusivamente in determinate materie, ossia per tutte le controversie che riguardano la trasparenza amministrativa, comprese le controversie sull’accesso agli atti, nonché le controversie vertenti in materia elettorale.
In conclusione, occorre precisare che è possibile usufruire di tale servizio solo nel caso in cui il cittadino sia in possesso di un indirizzo di posta elettronica certificata e solo se il ricorso viene depositato direttamente presso il mini URP il quale si occuperà di tutti gli adempimenti necessari.
Per quanto concerne i costi da sostenere per presentare il ricorso, anche in questo caso non è possibile stabilirlo a priori. Tuttavia, è sicuramente possibile affermare che i costi saranno limitati ad eventuali marche da bollo e altri contributi previsti dalla legge in relazione alle singole controversie, perciò saranno decisamente ridotti rispetto a quelli tradizionali poiché si evita di dover pagare la parcella del professionista, la quale ovviamente è una voce importante delle spese da sostenere per presentare un ricorso al Tar.
Rischi di fare ricorso al Tar senza avvocato
Come anticipato, è possibile fare ricorso al Tar senza l’ausilio di un avvocato nei casi previsti dall’art. 23 del Decreto legislativo del 2 luglio 2010 n. 104. In questo modo è possibile risparmiare sui costi del ricorso poiché è possibile evitare la parcella dell’avvocato.
Tuttavia, presentare un ricorso senza l’aiuto di un avvocato di fiducia potrebbe esporre il ricorrente a dei rischi, poichè un professionista legale ha come compito principale quello di suggerire al proprio cliente la strategia processuale migliore al fine di ottenere il cosiddetto bene della vita.
Senza un avvocato si rischia di brancolare nel buio, di non avere una reale cognizione di ciò che si dovrebbe o si potrebbe fare all’interno del processo.
È possibile impugnare la sentenza?
Nel caso in cui la decisione del Tribunale Amministrativo Regionale dovesse essere viziata od iniqua, almeno agli occhi del soggetto ricorrente, sarà possibile procedere all’impugnazione dell’atto giudiziario, ovvero della sentenza, dinanzi al giudice di secondo grado.
È possibile proporre questa impugnazione con ben tre diversi rimedi, uno ordinario e due straordinari:
- Il rimedio ordinario è rappresentato dall'appello della sentenza presentato entro e non oltre sessanta giorni dalla notifica, purché la decisione del Tar non sia passata in giudicato. Il giudice di secondo grado competente, anch’esso giudice di merito, è il Consiglio di Stato, tranne che per la regione Sicilia che ha istituito come giudice di secondo grado il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Sicilia;
- Uno dei due strumenti straordinari di impugnazione sono la revocazione, ai sensi dell’art. 106 del Codice del processo amministrativo;
- L'altro strumento straordinario è l’opposizione del terzo, ai sensi dell’articolo 108 del medesimo codice. Tali strumenti, diversamente dal rimedio ordinario, consentono alla parte soccombente di impugnare la sentenza emessa dal Tar solo in determinati casi.
Ad esempio, la revocazione viene comunemente definita come uno strumento di impugnazione a critica vincolata perché può essere utilizzato solo ed esclusivamente per far valere determinati vizi, descritti dagli articoli 395 e 396 del Codice di procedura civile.
Viceversa, lo strumento dell’opposizione del terzo è stato inserito di recente all’interno del Codice ed offre una garanzia al soggetto che non abbia partecipato al processo di primo grado già concluso al fine di opporsi ad una decisione che incide in modo negativo sulla propria sfera giuridico patrimoniale.
Occorre infine precisare che è possibile impugnare non solo le sentenze emesse dal Tar ma anche le sentenze emesse dal giudice di secondo grado, ovvero dal Consiglio di Stato. Queste infatti, possono essere impugnate dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione solo per motivi attinenti alla giurisdizione: si ha una questione di giurisdizione in caso di:
- Eccesso di potere giurisdizionale, ovvero quando ad esempio il Consiglio di Stato esercita un sindacato di merito nei casi non previsti dalla legge;
- Invasione della sfera di altra giurisdizione;
- Negazione della propria giurisdizione;
- Difetto assoluto di giurisdizione, ad esempio in caso di assenza assoluta di giurisdizione per la pretesa addotta in giudizio.
Quanto tempo ci vuole per fare ricorso
Una volta analizzati i termini necessari da rispettare per poter presentare un ricorso dinanzi ai Tribunali Amministrativi Regionali, occorre ora capire quanto effettivamente durino.
Secondo le ultime statistiche pare che in Italia i ricorsi al Tar durino almeno due anni.
Ovviamente si tratta di una media, tutto dipende dal carico di lavoro del Tar innanzi al quale si presenta il ricorso, per fare un esempio concreto i ricorsi presentati dinanzi al Tar Lazio potrebbero durare di più perché, come anticipato, si tratta di un tribunale con particolari competenze funzionali, il che lo rende particolarmente carico di procedimenti.
Cosa succede in caso di vincita del ricorso e cosa succede in caso di perdita
Nel caso in cui il ricorrente dovesse vincere la controversia, la controparte dovrà annullare, modificare o revocare l’atto oggetto del ricorso, restituire le spese legali sostenute e, nei casi previsti dalla legge, risarcire il danno subito.
Viceversa, in caso di sconfitta, il ricorrente sarà tenuto al pagamento delle spese legali e all’eventuale risarcimento del danno.
Parcella di un avvocato per ricorso al tar
Come anticipato, presentare un ricorso impone di sostenere spese importanti, specie se ci si avvale dell’operato di un avvocato per il ricorso al Tar.
La parcella di quest’ultimo, infatti, può essere la voce più significativa delle spese e può variare, come anticipato, a seconda dell’esperienza e della bravura del legale. Se sei alla ricerca di un avvocato esperto per impugnare un atto od un provvedimento amministrativo e presentare un ricorso al Tar, Quotalo.it è la piattaforma che fa per te. Grazie a noi e al nostro servizio potrai metterti in contatto con l’avvocato più vicino a te e chiedere una consulenza legale dettagliata.