Conto corrente pignorato: cosa fare per risolvere il problema. Trova qui l'avvocato giusto.

01 Marzo 2020 - Redazione

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Conto corrente pignorato: cosa bisogna sapere?

La legge consente diversi tipi di pignoramento e per ciascuno di essi sono definite delle caratteristiche ben precise. Tra i pignoramenti più diffusi ci sono il pignoramento immobiliare – in questa categoria rientra anche il pignoramento prima casa – ed il pignoramento del conto corrente.

E’ proprio di quest’ultima tipologia di pignoramento che ci occupiamo in questa guida, spiegando di cosa si tratta, quali sono i motivi che possono portare al pignoramento di un conto corrente, quali sono i tempi di sblocco e quali i conti correnti pignorabili.

Cos’è il pignoramento del conto corrente

Il termine pignoramento sta ad indicare l’espropriazione forzata. Nel caso specifico del conto corrente pignorato, ad essere espropriato in maniera forzata sarà il denaro presente sul conto.

In questo modo il creditore potrà recuperare la somma dovuta dal debitore che non ha rispettato il contratto e che non ha restituito il denaro secondo le modalità e le tempistiche stabilite.

Questa forma di pignoramento rientra nella categoria del pignoramento presso terzi, una delle tre categorie generali di pignoramento insieme al pignoramento immobiliare ed al pignoramento mobiliare.

Quando Ex Equitalia pignora il conto corrente

Non è sufficiente che il debitore abbia saltato una rata del pagamento, oppure non abbia rispettato una scadenza (per esempio non abbia pagato in tempo la bolletta del gas). Ci sono infatti delle situazioni specifiche in cui il pignoramento può avvenire.

E’ interessante allora sottolineare quando Ex Equitalia pignora il conto corrente, così da fare di tutto per evitare di correre il rischio di vedere il proprio denaro pignorato. E’ necessario che il creditore abbia un titolo esecutivo affinché la procedura di pignoramento possa essere avviata.

Differentemente da quanto si potrebbe credere, non c’è una somma minima al di sotto della quale il pignoramento non può partire. Questo significa che si potrà avere il conto corrente pignorato anche per il mancato pagamento di una piccola somma di denaro, a patto appunto che il creditore abbia in mano un titolo esecutivo.

Conto corrente pignorato: come funziona

Vediamo più in dettaglio come funziona il pignoramento del conto corrente. Va fatta una distinzione tra il pignoramento chiesto da un creditore privato e quello chiesto dall’Agenzia delle Entrate.

Nel caso in cui la procedura sia avviata da un creditore privato, è richiesto che questo sia in possesso di un titolo esecutivo. Diversi documenti hanno il valore di titolo esecutivo: la cambiale, l’assegno, il mutuo o l’atto pubblico sottoscritto in presenza di un notaio. Anche il decreto ingiuntivo e la sentenza sono considerati titoli esecutivi, in questo caso è richiesto però che prima del pignoramento il debitore riceva una notifica.

In ogni caso prima del pignoramento si procede a notificare il cosiddetto atto di precetto. Questo atto ha una validità di novanta giorni ed è una procedura con la quale si chiede al debitore di effettuare il pagamento entro dieci giorni. Trascorso questo periodo si può procedere al pignoramento del conto corrente.

Se invece la procedura di pignoramento è avviata dall’Agenzia delle Entrate le caratteristiche sono differenti. Questa infatti deve inviare solo l’atto di pignoramento e la cartella di pagamento. Il primo viene inviato sia al debitore che alla banca, mentre la cartella di pagamento viene inviata al debitore.

Della cartella di pagamento è importante sottolineare che ha valore di titolo esecutivo ed anche che svolge la funzione di atto di precetto. Con la semplice cartella di pagamento l’Agenzia delle Entrate può quindi rendere la procedura più snella e veloce.

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Conti correnti pignorati: il conto corrente cointestato rientra tra questi?

Anche il conto corrente cointestato può essere pignorato. C’è però una differenza rispetto al conto corrente intestato al solo debitore, dal momento che non tutto il denaro presente sul conto cointestato potrà essere pignorato.

La legge inserisce questa tipologia di conto corrente tra quelli pignorabili, ma specifica che potrà essere pignorata solo metà della somma presente sul conto. Può capitare talvolta che la metà della somma presente non sia sufficiente per coprire il debito: anche in questo caso il creditore potrà pignorare al massimo metà della somma, non è prevista un’eccezione.

Conto corrente pignorato: tempi di sblocco

Non ci sono delle tempistiche precise per lo sblocco del conto corrente pignorato. A differenza di altri tipi di pignoramento, quello del conto corrente è più difficile da annullare, perché il denaro essendo già liquido è più facilmente accessibile al creditore, rispetto ad esempio al dover vendere all’asta un immobile pignorato.

Sono tre gli scenari che possono portare allo sblocco di un conto pignorato. Il primo è la rinuncia da parte del creditore: se il creditore trova un accordo soddisfacente con il debitore per la restituzione del denaro può decidere di porre fine al pignoramento del conto.

Il secondo riguarda invece lo sblocco del conto corrente dopo una pignorazione avviata dall’Agenzia delle Entrate. In questo caso sarà più facile sbloccare il proprio conto, perché al debitore viene data la possibilità di chiedere entro 60 giorni la rateazione della somma da restituire.

Affinché la rateazione possa essere considerata valida l’esattore deve dare la sua autorizzazione. Va sottolineato però che l’Agenzia delle Entrate non può rifiutare la richiesta di rateazione se il debitore chiede di pagare con meno di 72 rate una cifra inferiore a 60.000 euro. Per somme e durate maggiori bisogna valutare caso per caso.

La terza ed ultima possibilità è l’opposizione del debitore, al quale viene data l’opportunità di fare ricorso. In questo caso i tempi di sblocco possono allungarsi molto ed in alcuni casi il debitore potrebbe anche perdere e dunque non riuscire a sbloccare il denaro sul conto. Per fare ricorso è necessario affidarsi ad un avvocato conto corrente pignorato.

Ci sono conti correnti non pignorabili?

Secondo la legge italiana, non ci sono conti correnti non pignorabili. Tutti i conti correnti possono essere pignorati, anche quelli cointestati. Ci sono però delle situazioni specifiche e delle fonti di denaro che non possono essere pignorate.

Di seguito elenchiamo le situazioni in cui il pignoramento non può avvenire:

  • Conto corrente in rosso
  • Conto corrente usato per l’accredito di assegni di accompagnamento e pensioni di invalidità
  • Conto corrente usato per l’accredito della rendita generata da un’assicurazione sulla vita
  • Conto corrente su cui c’è una linea di credito, ovvero conto corrente affidato

In tutti gli altri casi il conto corrente è pignorabile e la procedura può essere avviata anche per somme di denaro minime. Anche il conto corrente estero ed il conto PayPal intestati al debitore possono essere pignorati. Il pignoramento richiede più tempo, ma è possibile.

Avvocato per conto corrente pignorato: a chi rivolgersi

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