Da chi può essere invocato il beneficio di escussione? In cosa consiste questo beneficio? Quando può trovare accoglimento?

13 Dicembre 2024 - Redazione

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Esistono diversi strumenti a cui un creditore può ricorrere per salvaguardare il proprio diritto di vedere saldate le somme di denaro ancora pendenti, come la liquidazione coatta amministrativa. 

Esistono anche strumenti a vantaggio dei debitori, come il beneficio di escussione, che è, in buona sostanza, la possibilità che un moroso pretenda che non ci si riavvalga in primis sulle sue sostanze, ma piuttosto su quelle di un altro insolvente.

 

 

Che cos’è il beneficio di escussione?

Il beneficio di escussione è un diritto riconosciuto ai debitori in determinate situazioni, che si pone come una forma di protezione nei confronti del loro patrimonio personale.

Tale diritto prevede che il creditore, prima di rivalersi direttamente sui beni del debitore, sia obbligato a esaurire tutte le possibilità di recupero del credito tramite il patrimonio sociale o quello di altri soggetti prioritariamente responsabili.

Questo meccanismo consente di salvaguardare le risorse personali del debitore, imponendo al creditore di rispettare una precisa gerarchia nella ricerca delle garanzie patrimoniali.

 

 

Chi può invocare il beneficio di escussione?

Il beneficio di escussione trova applicazione soprattutto nelle società di persone, come le società in nome collettivo (S.n.c.) e le società in accomandita semplice (S.a.S.), dove la normativa stabilisce regole dettagliate sulla responsabilità patrimoniale.

In questi contesti, è richiesto al creditore di rivolgersi prima al patrimonio della società per soddisfare il proprio credito, e solo qualora le risorse societarie siano insufficienti o inesistenti, gli sarà consentito di agire sui beni personali dei soci.

Questo istituto riflette il principio di tutela dell’autonomia patrimoniale della società rispetto ai soci, soprattutto nelle forme societarie che garantiscono una protezione più marcata del patrimonio individuale.

Tuttavia, è importante notare che il beneficio di escussione non si applica automaticamente, ma deve essere esplicitamente invocato dal soggetto interessato, che può così opporsi a eventuali azioni dirette contro il suo patrimonio personale.

 
Per rendere chiara la questione è meglio fare un esempio, prendendo in considerazione le società di persone. Tra queste figurano:
•   le SS, cioè le società semplici, che sono caratterizzate da un’autonomia patrimoniale imperfetta, giacché i creditori possono rivalersi sia nei confronti dei soci (tutti, tranne patto contrario), che della società;
•   le S.a.S., cioè società in accomandita semplice, che possono esercitare attività sia commerciali che non commerciali, e che si caratterizzano per la presenza di soci accomandanti, cioè con responsabilità limitata, e soci accomandatari, ai quali compete l'amministrazione e la rappresentanza della società e sui quali grava una responsabilità illimitata;
•   le S.n.c., società in nome collettivo, che in parte tutelano il patrimonio della società (al contrario delle s.s., nelle quali non è prevista una tutela dell'integrità del patrimonio sociale).
 
Ora, ipotizziamo che la seconda o la terza di queste società abbiano contratto dei debiti: il singolo socio può chiedere al creditore di ricorrere all’escussione del patrimonio sociale, che è il primo a dover essere aggredito, e solo in un secondo momento, qualora quello sociale non sia più disponibile (o non sia sufficiente a ripagare il debito), si potrà agire sul patrimonio personale. 
Il contrario accade per il primo tipo di società, quella semplice, giacché il creditore può avvalersi immediatamente sul socio, che risponde col patrimonio personale.
 
 

Quando trova applicazione?

Il beneficio di escussione si applica esclusivamente in presenza di precise condizioni, che definiscono il contesto e i limiti della sua operatività. Queste condizioni si articolano come segue:

  1. Tipologia di società: Il beneficio di escussione è strettamente legato alla forma giuridica della società. È applicabile, ad esempio, nelle società di persone come la società in nome collettivo (S.n.c.) e la società in accomandita semplice (S.a.S.), che prevedono una gerarchia nella responsabilità patrimoniale. In queste tipologie di società, il patrimonio sociale è prioritario rispetto a quello personale dei soci, e quindi deve essere il primo a essere aggredito dal creditore. Questo principio non vale per tutte le forme societarie, come le società semplici (S.s.), dove il creditore può agire immediatamente sui soci.

  2. Richiesta esplicita del socio: Perché il beneficio di escussione trovi applicazione, non è sufficiente che la situazione lo consenta; è necessario che il socio interessato lo invochi esplicitamente. Questo diritto non è automatico e, pertanto, il socio deve opporsi formalmente a un'azione esecutiva diretta sul proprio patrimonio personale, chiedendo al creditore di rivolgersi prima al patrimonio sociale della società. Senza questa richiesta, il creditore può procedere liberamente contro i beni personali del socio.

  3. Insufficienza del patrimonio sociale: Il beneficio di escussione opera con il presupposto che il patrimonio della società sia sufficiente a soddisfare il credito. Tuttavia, qualora il patrimonio sociale risulti insufficiente o non disponibile (ad esempio, per insolvenza o esaurimento delle risorse societarie), il creditore acquisisce il diritto di agire sul patrimonio personale dei soci. È importante notare che, in questa fase, il creditore deve dimostrare l'incapacità della società di far fronte ai propri debiti, giustificando così l'azione contro i soci.

Questo istituto, quindi, rappresenta un equilibrio tra la tutela del patrimonio personale dei soci e il diritto del creditore di vedere soddisfatto il proprio credito, e trova applicazione in un contesto normativo che garantisce trasparenza e rispetto della gerarchia patrimoniale.

 

 

Il ruolo dell'avvocato

Un avvocato specializzato in diritto societario e commerciale è una risorsa indispensabile per gestire situazioni legate al beneficio di escussione, uno strumento giuridico che consente ai soci di tutelare il proprio patrimonio personale, imponendo al creditore di aggredire prima il patrimonio sociale della società.

Il ruolo dell’avvocato include la valutazione delle condizioni per invocare il beneficio, l’assistenza nella presentazione della richiesta, la difesa del socio nel garantire che il proprio patrimonio venga coinvolto solo dopo l’esaurimento del patrimonio sociale e la mediazione con i creditori per raggiungere accordi vantaggiosi.

Inoltre, un professionista esperto è fondamentale per prevenire contenziosi, rappresentare il cliente in caso di controversie e offrire una consulenza personalizzata che tenga conto delle particolarità di ogni caso.

Rivolgersi a un avvocato qualificato non solo assicura la corretta gestione di queste complesse dinamiche legali, ma rappresenta anche una scelta strategica per salvaguardare i propri interessi economici e giuridici.

 
 
 
 

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