Le cartelle pazze: come proteggersi da questo rischio

10 Febbraio 2025 - Redazione

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Ricevere una cartella esattoriale errata può essere un'esperienza stressante, soprattutto se contiene importi già pagati, prescritti o non dovuti.

Tuttavia, esistono diverse strategie per contestare e annullare tali richieste di pagamento.

La prima azione da intraprendere è presentare una domanda di sospensione all'ente preposto alla riscossione o al giudice competente.

  La domanda di sospensione e il procedimento

Il contribuente può chiedere la sospensione della cartella esattoriale nel caso in cui il debito sia stato già saldato prima della formazione del ruolo, sia intervenuto un provvedimento di sgravio da parte dell'ente creditore o sia scattata la prescrizione del debito.

Inoltre, la domanda di sospensione è possibile se il debito è decaduto prima della data in cui il ruolo è stato reso esecutivo o se l'ente creditore ha emesso un provvedimento di sospensione amministrativa. Un'ulteriore circostanza che consente la richiesta di sospensione è la presenza di una sentenza che annulla la pretesa dell'ente creditore.

Il modulo per la richiesta di sospensione è reperibile sul sito dell'ente riscossore o presso gli sportelli fisici. Nella domanda vanno specificate le motivazioni della richiesta e allegati i documenti che dimostrano l'infondatezza della pretesa di pagamento.

La domanda deve essere inviata entro sessanta giorni dalla notifica della cartella.

Una volta ricevuta la richiesta, l'ente riscossore la trasmette all'ente creditore, sospendendo nel frattempo le procedure di riscossione. Se entro duecentoventi giorni il creditore non risponde, il debito viene annullato.

Tuttavia, è importante sapere che la richiesta di sospensione non interrompe i termini per un eventuale ricorso, che restano di sessanta giorni dalla notifica dell'atto.

  Ricorso giudiziale e commissione tributaria

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Se la cartella esattoriale non viene annullata in via amministrativa, il contribuente può agire in sede giudiziale.

In caso di contributi previdenziali non dovuti, ci si deve rivolgere all'INPS, mentre per imposte erroneamente richieste si può presentare ricorso presso l'Agenzia delle Entrate o il comune competente.

Nel caso in cui l'ente creditore riconosca la fondatezza delle ragioni del contribuente, viene emesso un provvedimento di sgravio che annulla il debito. Se invece il ricorso viene respinto o l'ente non risponde, è possibile presentare un ricorso alla Commissione Tributaria.

Per avviare il procedimento tributario, bisogna notificare il ricorso all'ente che ha emesso l'atto contestato e, se il valore del contenzioso è inferiore a ventimila euro, è prevista una fase amministrativa preliminare di reclamo-mediazione della durata di novanta giorni.

Se il valore della lite è inferiore a tremila euro, il contribuente può agire senza l'ausilio di un avvocato, mentre per importi superiori è necessaria la rappresentanza legale.

Se la mediazione si conclude positivamente, l'atto viene annullato e il contribuente può scegliere di pagare in un'unica soluzione o attraverso un piano di rateizzazione. Se invece la mediazione fallisce, si può procedere con il giudizio presso la Commissione Tributaria Provinciale.

  Strategie di difesa contro le cartelle pazze

Un’adeguata strategia di difesa può evitare pagamenti indebiti e consentire l’annullamento delle richieste di riscossione. La seguente tabella riassume i principali strumenti a disposizione del contribuente:

Strategia Enti Coinvolti Tempistiche
Domanda di sospensione Ente riscossore, Ente creditore Entro 60 giorni dalla notifica
Ricorso all'ente creditore INPS, Agenzia delle Entrate, Comune Entro 60 giorni dalla risposta negativa o assenza di risposta
Reclamo-mediazione Commissione Tributaria 90 giorni
Ricorso giudiziale Commissione Tributaria Provinciale Entro 30 giorni dal rigetto del reclamo

 

  Assistenza specializzata e consulenza

Affrontare una cartella esattoriale errata richiede conoscenze approfondite in ambito fiscale e tributario. Per questo motivo, è consigliabile rivolgersi a professionisti esperti, come avvocati tributaristi, commercialisti e consulenti fiscali, che possano fornire assistenza personalizzata e guidare il contribuente attraverso le procedure amministrative e giudiziarie.

Inoltre, molte associazioni di tutela dei consumatori offrono supporto per verificare la legittimità delle cartelle esattoriali e suggerire le migliori strategie di difesa. La tempestività nella presentazione di un ricorso o di una richiesta di sospensione può fare la differenza tra l’annullamento della pretesa di pagamento e l’obbligo di saldare importi non dovuti.

  Conclusioni

Ricevere una cartella esattoriale ingiusta può creare forte preoccupazione, ma esistono diversi strumenti per difendersi. Presentare una domanda di sospensione o un ricorso tempestivo può fare la differenza per evitare pagamenti indebiti.

Inoltre, è fondamentale rivolgersi a professionisti del settore, come avvocati tributaristi e commercialisti, per gestire al meglio il contenzioso fiscale. Un'adeguata strategia di difesa può portare all'annullamento della richiesta di pagamento e garantire il rispetto dei propri diritti.

Insomma, se ricevere a casa una cartella di Equitalia di cui non si condividono gli importi è un'esperienza tutt'altro che piacevole, esistono delle misure che permettono di difendersi, anche se la cosa migliore in questi casi è prevedere un'assistenza specializzata: è quella che Quotalo fornisce con gli avvocati, i commercialisti, i tributaristi e i consulenti del lavoro che possono assumere le difese di un creditore quando gli vengono avanzate richieste di pagamenti ingiuste…

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