Come funziona il contratto di franchising
21 Giugno 2015 - Redazione
Il franchising, come stabilisce la legge 129/2004 è un contratto di collaborazione tra imprese indipendenti, quali il franchisor o affiliante, che concede ad un affiliato, detto franchisee, dei diritti, imponendogli al contempo, l’obbligo di conformare l’attività secondo il proprio concetto.
Il franchisor quindi, concede al franchisee, la possibilità di usare il suo marchio, fornendogli tutta la sua esperienza e le sue conoscenze, affichè questi, possa vendere al meglio, i suoi prodotti e/o i suoi servizi. Per contro, il franchisee, dovrà riconoscere al franchisor una quota iniziale e delle royalties, ossia una percentuale periodica, sugli utili.
Un sistema quello del franchising, che permette a tutti di guadagnare con un sistema di reciprocità di interessi, in quanto più l'affiliato vende e guadagna, più il franchisor, che detiene il marchio, guadagna, mentre per contro, il neo imprenditore può contare sull'appoggio di un'azienda con esperienza, che opera con successo.
Proprio per la sua particolare formula, il franchising è particolarmente usato, per l'apertura di nuove attività commerciali.
Da chiarire a riguardo, che, la quota d'investimento iniziale e le percentuali di spese periodiche, vanno espressamente indicate nel contratto di franchising.
Chiamata precisamente “Fee di ingresso” o “Diritto di ingresso”, la quota iniziale di investimento del franchising, è una cifra fissa che il franchisee versa alla stipula del contratto di affiliazione commerciale e che è rapportata anche al valore economico ed alla capacità di sviluppo della rete e fa parte in pratica, dell’investimento iniziale, per avviare l'impresa.
Oltre a questa ovviamente, saranno poi da considerare le spese di investimento fisso, per l'avvio dell'attività e tutti i costi di start up di qualsiasi attività commerciale si vada ad aprire, come ad esempio la costituzione di una società, le spese per la ristrutturazione del locale (strutture murarie, impianto elettrico, eccetera), eventuali allacci e utenze, adempimenti amministrativi, spese per eventuali intermediari e molto altro.
Le royalties invece, sono una percentuale che il franchisor chiede al franchisee, sull'ammontare degli affari di questi, oppure, a seconda del contratto, può essere stabilita una quota, indipendente dal fatturato, da versarsi in quote fisse periodiche.
Scegliere un franchising di qualità, che sia attendibile non è comunque cosa semplice, ma buona norma è quella di puntare su un marchio noto, con margine di espansione.
Dal lato normativo, il franchising è regolamentato dalla legge del 6 maggio 2004 , n.129, il quale stabilisce che il rapporto di affiliazione deve fondarsi sui principi di lealtà e di collaborazione e che, pena l’annullamento del contratto, questi dovrà necessariamente:
- essere scritto;
- indicare i servizi/prodotti offerti dal franchisor;
- precisare il know-how trasmesso dal franchisor;
- indicare l'ammontare dei costi che dovrà sostenere il franchisee;
- indicare le modalità di calcolo delle royalties;
- precisare la durata del contratto di franchising;
- chiarire le modalità di rinnovo.
Prima di stipulare un contratto di franchising, è importante però valutare in maniera approfondita i vantaggi e gli svantaggi di un rapporto di franchising e quindi del prodotto/servizio offerto, con l'obiettivo di valutare i possibili margini di successo e di crescita.