La musica rappresenta un linguaggio pressoché universale, che permette di parlare all'essere umano nella sua interezza, stimolando corpo, emotività (con l’attivazione del ricordo), intelletto e canali comunicativi: per questo motivo riveste particolare importanza quando viene arricchita di uno scopo terapeutico e utilizzata nelle case di riposo, comprese quelle che ospitano anziani affetti da Alzheimer.
Sovente in questi contesti viene adoperato il modello di Musicoterapia Umanistica, che si basa sulla RELAZIONE, l’ascolto empatico, l’accettazione incondizionata dell’altro e l’utilizzo del suono e della musica come mezzo per scoprire e sviluppare i potenziali e le risorse della persona.
Come si realizza l’ascolto empatico? Attraverso vibrazioni condivise: certo, connettersi sullo stesso canale comunicativo di chi è affetto da demenza non è semplice, ma il linguaggio musicale sembra fatto apposta: come l’anziano ricoverato vive interiormente una "frammentazione del sé", con vissuti di sofferenza, perdita, disorganizzazione, depressione (stessa se non maggiore "frammentarietà" sperimentata dal malato di Alzheimer), allo stesso modo la musica può dapprima rompere il suo ritmo e la sua armonia per connettersi con la persona, e in un secondo momento impegnarsi a ricostruire l’ordine, la melodia, l’unità.
Inizialmente l’atmosfera sarà disinvolta, ironica, gioiosa, mai rigidamente strutturata, e cercherà di perseguire delle linee di intervento che punteranno a:
- Ricreare il clima delle veglie serali del passato: “ripristinando quel tempo” in cui i canti furono appresi si può consentire all’anziano disorientato di recuperare una familiarità che riaccende il ricordo e consente di reimparare
- Offrire un menù vario di attività musicali, in modo da assecondare le esigenze di ognuno;
- Progredire nelle proposte: dall’ascolto alla partecipazione (cantare in gruppo) fino all’attivazione (suonare strumenti a percussione), e da ritmi controllati ad esperienze musicali sempre più coinvolgenti, sia a livello fisico che emozionale;
- Trasformare l’iniziale atmosfera destrutturata in contesto regolato.
La musicoterapia proposta nelle strutture per anziani si rivolge ad un numero di pazienti non superiore a 15 (12 nel caso di persone affette da Alzheimer), talvolta selezionate in base a criteri che consentono di avere gruppi più omogenei a livello di malattia (ad es. tutti di grado "lieve-medio").
Generalmente questo tipo di attività prevede una cadenza settimanale e una durata massima di un’ora e mezzo per ogni incontro (a seconda anche del livello di compromissione cognitiva e comportamentale determinato dalla demenza).
Se ritenete che la musicoterapia possa essere un’attivazione valida da un punto di vista intellettivo ed emotivo per il vostro congiunto, fate in modo da scegliere una struttura per anziani autosufficienti e non che applichi questo genere di procedure.
Nel database che mettiamo a disposizione dei nostri utenti sarà semplice trovare risposta alla vostra necessità, anche perché tutte le attività ricreative e formative che vengono effettuate sono un fiore all’occhiello dei nostri partner, e vengono quindi sempre ampiamente descritte.
Qualora poi voleste ulteriormente approfondire la questione in oggetto vi basterà richiederlo esplicitamente al momento della compilazione del form di contatto che noi di Quotalo vi mettiamo a disposizione per interagire con le strutture per anziani che sono entrate a far parte del nostro network, e che sono garantite in quanto a qualità e convenienza dei servizi professionali offerti.