Come stuccare il cartongesso: spazio ad una procedura indispensabile
29 Gennaio 2018 - Redazione
Come specificato anche nell’articolo “Come creare una veletta in cartongesso curvo” ogni qualvolta si crea un manufatto bisogna procedere alla stuccatura del cartongesso in tutti i punti di giuntura tra i pannelli, nelle rientranze create dalle viti nelle lastre, e negli angoli interni ed esterni, al fine di conferire continuità e stabilità alle lastre, indispensabili per la resistenza meccanica e l’isolamento (termico, acustico, ignifugo), in attesa della tinteggiatura o del piastrellamento.
Quali materiali adoperare per procedere a stuccare il cartongesso?
Eccone un elenco:
1) gli stucchi, che si suddividono per la consistenza:
- in polvere
- in pasta
per i tempi di essiccazione e lavorabilità:
- 3 ore e mezz’ora, per quelli a presa rapida
- 6 ore e 1 ora, per quelli a presa
- 12 ore e 5-6- giorni, per i prodotti ad essiccazione
(una nota a proposito di questi ultimi: essi si accorciano man mano che la temperatura aumenta, laddove i livelli più indicati per la stuccatura del cartongesso si aggirano tra i 15° e i 20°, mentre quelli prossimo allo 0° risultano proibitivi; di converso aumentano all’accrescersi del tasso di umidità, il cui livello ideale è del 60%)
2) il nastro, che può essere in:
- carta microforata: va annegato nel letto di stucco, ed è la tipologia maggiormente consigliata per l’affidabilità dei risultati
- rete autoadesiva: velocizza le operazioni, non richiedendo l’immersione nello stucco
- carta microforata rinforzata con struttura metallica
- fibra di vetro: per accrescere l’isolamento acustico e la resistenza al fuoco
3) paraspigoli e parabordi in acciaio zincato
4) carta vetrata a grana sottile.
Per quanto concerne gli step affinché il cartongesso venga stuccato dopo la realizzazione di un qualsiasi mobile o altro manufatto domestico, essi prevedono:
- la pulizia delle pareti
- la preparazione dello stucco
- la stuccatura di riempimento di giunti e teste delle viti con l’impiego di una cazzuola americana (o comunque di una spatola in acciaio piuttosto larga)
- il posizionamento del nastro sulle giunture prima che lo stucco risulti asciutto, di modo che il nastro vi anneghi
- la stesura di una seconda (e se necessario terza) mano di stucco
- la carteggiatura (ad asciugatura conclusa)
- la tinteggiatura (o il rivestimento).
La stessa tecnica dell’affogatura nello stucco viene utilizzata pure quando è necessario apporre paraspigoli rigidi tra due o più pareti consecutive, che presentano l’inconveniente di creare uno spessore significativo che necessita ovviamente di essere pareggiato.
Quando è necessario procedere a passare lo stucco sulle lastre di cartongesso di cui è composto un manufatto è indispensabile adottare almeno un paio di accorgimenti:
- utilizzare il frattazzo che, al contrario della spatola per stucco che non permette una distribuzione uniforme, consente di lisciare il prodotto in modo paro
- passare sulla superficie, dopo le due o tre mani di stucco, una spugnetta leggermente bagnata, di modo da appianare le imperfezioni e rimuovere gli eccessi senza creare avvallamenti.
Si tratta, come detto, di qualche piccolo trucco… molti altri, come ad esempio le modalità di conservazione dello stucco durante le pause (soprattutto quelle notturne) tra le varie lavorazioni, potranno esservi svelati dai cartongessisti professionisti che trovate sul nostro sito: poco importa che siate di Milano o Morterone, noi sappiamo sempre come soddisfare le vostre richieste…