Il consolidamento edile: gli interventi sugli edifici di valore storico, e sulle civili abitazioni
09 Giugno 2016 - Redazione
Il consolidamento edile, insieme all'integrazione degli elementi strutturali e alla modificazione dell'assetto planimetrico, è un intervento che rientra in un’azione generale di risanamento conservativo, finalizzato principalmente al recupero igienico, statico e funzionale di un edificio, e può essere realizzato anche con materiali e tecniche diverse da quelle con le quali originariamente l’opera è stata costruita, purché non incongruenti con i caratteri stessi dell'edificio.
Il risanamento conservativo differisce dal restauro in quanto questo ha per obiettivo la conservazione e la valorizzazione dei caratteri dell'edificio (soprattutto in merito alle sue connotazioni storico-artistiche, architettoniche e ambientali): anche in questo caso però si possono adoperare materiali e tecniche diverse da quelle originarie, ma pur sempre congruenti.
Dunque, qualora un edificio necessiti di interventi atti a recuperarlo e ad assicurarne la funzionalità, nel rispetto dei suoi elementi tipologici, formali e strutturali, è d’uopo approntare delle operazioni di restauro e di risanamento conservativo, che possono anche essere finalizzate alla modifica della destinazione d'uso, purché questa resti compatibile con i caratteri dell'edificio e sia ammessa dagli strumenti urbanistici vigenti.
In cosa consiste il consolidamento edile?
Terremoti, degrado, cedimento delle fondazioni, e altre circostanze, possono provocare la perdita delle caratteristiche strutturali di un edificio, per cui il consolidamento edile è quell’insieme di processi di conoscenza, di progetto e di intervento, atti a far recuperare all’edificio le sue caratteristiche strutturali.
La maggior parte di questi interventi vengono realizzati su edifici in muratura portante (tecnica di costruzione abbandonata negli ultimi 50 anni, nella quale il solaio poggia direttamente sui muri), piuttosto che su quelle in cemento armato (materiale predominante, che prevede la realizzazione di uno scheletro portante di travi e pilastri, sui quali poggia il solaio, e di tamponature che chiudono gli spazi). Come a dire che il grosso del consolidamento edile non viene realizzato su edifici di costruzione recente…
Il consolidamento edile degli edifici storici
Proprio questo rende complessa la fase della conoscenza, per quanto fondamentale essa sia: è estremamente complesso valutare o ritrovare i dati originari dei materiali e della costruzione storica, valutare le modifiche intercorse nel tempo, i fenomeni di degrado derivanti dalle trasformazioni antropiche, o dovute agli eventi sismici.
Le indagini volte alla conoscenza di un edificio possono essere dirette o indirette (più o meno invasive) e possono essere eseguite con molteplici e differenti strumenti (Endoscopio, Termografia, Tomografia sonica, Carotaggio, Test di laboratorio, etc.): un’indagine di tipo non invasivo consiste, ad esempio, nel misurare nel tempo l'evoluzione dei fenomeni locali, come l'aprirsi di una vena nella muratura.
Il controllo periodico sugli edifici monumentali è fondamentale per la manutenzione e la conservazione di questi, e quando poi risulterà necessario agire, gli interventi dovranno conservare il può possibile gli aspetti artistici e decorativi, evitando demolizioni, ricostruzioni, sostituzioni, e intervenendo invece per conservare la struttura esistente senza apportare trasformazioni radicali (basti pensare che spesso la semplice manutenzione su queste strutture può prevenire alcuni danni che si creano col tempo). Dunque, se volessimo stilare una sequenza di azioni da fare, potremmo annoverare prima il rinforzo degli elementi esistenti; poi l’inserimento di elementi nuovi, per aumentare la sicurezza di una parte o di tutto l'edificio; poi il cambio di destinazione d'uso, finalizzato a diminuire i carichi in gioco; l’inserimento di protezioni passive di base o controventi; e solo alla fine la riduzione delle masse, non senza aver valutato se siano maggiori i costi o i benefici rapportati a questo genere d’intervento.
Anche nel caso in cui sia “solo” necessario mettere a norma degli impianti esistenti (o crearli, laddove assenti), non ci si potrà esimere da una valutazione di tipo strutturale, considerando ad esempio i nuovi carichi, o i tagli e le bucature eseguiti negli orizzontamenti, nei solai, nelle murature (cercando sempre di realizzare degli interventi poco invasivi).
Quando invece non è necessario intervenire sulla struttura di un edificio, ma solo ad esempio sulle sue pareti affrescate, si parla di consolidamenti superficiali, realizzati con prodotti (organici come le resine acriliche e i collanti artificiali, o inorganici come il latte o l'acqua di calce, e l'idrossido di bario), che vengono applicati per immersione, o tramite pennello, o a contatto, o spruzzati, o iniettati, ed entrano nei pori superficiali dell'elemento andando a riempire i vuoti presenti e aumentando le caratteristiche meccaniche.
Il consolidamento edile delle civili abitazioni
Ma terremoti, cedimenti, degrado, possono intervenire anche su edifici adibiti alle civili abitazioni.
Il cedimento delle fondamenta può essere imputato a una singola causa o a un insieme di esse: l'essiccazione del terreno (siccità) o al contrario l’eccessivo impregnamento di acqua (piovana e non), l’accrescimento delle radici delle piante, gli scavi limitrofi, le vibrazioni ambientali superficiali o profonde.
L’intervento sulle fondazioni e il terreno rappresenta il consolidamento edile delle civili abitazioni più appropriato, e definitivo, che possa realizzarsi nei casi di cedimento strutturale con formazione di crepe nei muri. Consolidare il terreno di fondazione significa rinforzare l'area soggetta alle pressioni legate al peso della struttura, e avviene tramite l'iniezione di resine espandenti.
Questo significa che è inutile intervenire sull’effetto, la crepa appunto, tralasciando le cause.
Stesso discorso anche per il cedimento di una pavimentazione, di una platea (fondazione che, mediante una struttura rigida continua, trasmette il peso dell'edificio ad una porzione molto estesa di terreno sottostante), di un plinto (tipicamente costituito da un blocco in calcestruzzo armato a forma di parallelepipedo).
Oggi diverse sono le aziende che realizzano questo tipo di interventi, come la Geosec, che garantisce beneficio fiscale (potendosi recuperare fino al 50% del costo), un intervento certificato (secondo la Norma UNI EN 12715), e il rispetto dell’ambiente (grazie a resine speciali che non inquinano il terreno).
O come la Novatek, che per ogni problema di cedimento propone una soluzione specifica: Lift Pile, il micropalo con dispositivo di precarica regolabile; micropali a pressione, da utilizzarsi nei casi in cui il cedimento non sia limitato al solo bulbo delle pressioni e si renda quindi necessario trasmettere il carico strutturale applicato in sommità a strati di terreno più profondi, più resistenti e meno compressibili; i micropali MP/60, che possono essere associati a resine consolidanti, sfruttando una tecnica mista, che sfrutta la proprietà consolidante delle resine espandenti a diffusione controllata, unitamente alla capacità portante dei micropali in acciaio a presso-infissione; e molto altro ancora…