Cos'è la conciliazione giudiziaria: quando ricorrervi e per quali motivazioni

04 Febbraio 2025 - Redazione

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L'Italia è uno dei Paesi con la maggiore pressione fiscale in Europa, con imposte dirette e indirette che gravano su cittadini e imprese.

In caso di pendenze con il Fisco, esiste la possibilità di ricorrere alla conciliazione giudiziale, una procedura che permette di evitare un contenzioso lungo e incerto con l’Agenzia delle Entrate, garantendo al contempo la riduzione delle sanzioni e dei costi legali.

  Cos’è la conciliazione giudiziale

La conciliazione giudiziale è un accordo tra il contribuente e l’Agenzia delle Entrate che consente di chiudere una controversia fiscale prima della decisione di merito da parte della Commissione Tributaria.

Questa procedura, introdotta nel 1992, offre la possibilità di definire la lite tributaria in modo più rapido e conveniente rispetto a un normale processo.

Tra i principali vantaggi vi sono la riduzione delle sanzioni amministrative fino al 40% dei minimi previsti, la possibilità di rateizzare il pagamento delle somme dovute, la compensazione delle spese di giudizio e la chiusura più celere della controversia.

  Vantaggi della conciliazione giudiziale

La conciliazione giudiziale presenta notevoli vantaggi rispetto al contenzioso fiscale ordinario, come evidenziato nella seguente tabella.

Aspetto Conciliazione giudiziale Contenzioso ordinario
Durata del procedimento Breve, si conclude rapidamente Lungo, può durare anni
Riduzione delle sanzioni Fino al 60% in meno Nessuna riduzione
Possibilità di rateizzare Sì, fino a 12 rate No
Costi legali Inferiori, grazie alla compensazione delle spese Elevati
Possibilità di chiusura parziale Sì, accordo su parte delle somme dovute No
  Modalità di pagamento

Il pagamento delle somme dovute a seguito della conciliazione può avvenire in un'unica soluzione oppure in forma rateizzata.

Nel caso di pagamento immediato, l’importo deve essere versato entro 20 giorni dalla firma del verbale di conciliazione.

Se si opta per la rateizzazione, sono previste al massimo 8 rate trimestrali di uguale importo, che diventano 12 nel caso in cui il debito superi i 50.000 euro.

La prima rata deve essere versata entro 20 giorni dalla redazione del verbale, mentre le rate successive sono gravate dagli interessi legali. Il mancato pagamento anche di una sola rata comporta l’iscrizione a ruolo delle somme residue da parte dell’Agenzia delle Entrate con una sanzione del 30%.

Il pagamento può essere effettuato tramite il modello F24, lo stesso utilizzato per il versamento dell’IVA, oppure con il modello F23, indicando i codici tributo specifici riportati nel verbale di conciliazione.

  Come presentare la domanda di conciliazione

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La richiesta di conciliazione giudiziale può avvenire in tre modi distinti.

Il contribuente può depositare una domanda presso la segreteria della Commissione Tributaria, notificandola anche all’Agenzia delle Entrate. In alternativa, l’ufficio competente può proporre una conciliazione prima dell’udienza. Infine, il giudice tributario può invitare le parti a trovare un accordo.

Se si raggiunge un’intesa, viene redatto un verbale che contiene la liquidazione delle somme dovute.

  Cosa fare in caso di mancato accordo

Se l’accordo proposto non è soddisfacente, il contribuente ha la possibilità di accettare una chiusura parziale della controversia, limitando l’accordo solo a una parte delle somme dovute, e proseguire il contenzioso per la parte restante.

Se non si raggiunge alcun accordo, il procedimento contenzioso continua normalmente.

La conciliazione giudiziale non è vincolante, quindi il contribuente può decidere di procedere con la causa fiscale.

  Quando è necessario un avvocato tributarista

Affrontare una controversia con il Fisco richiede competenze tecniche e una conoscenza approfondita della normativa tributaria.

Per questo motivo, è consigliabile rivolgersi a un avvocato specializzato in diritto tributario, che può fornire consulenza sulla convenienza della conciliazione, assistere nella negoziazione con l’Agenzia delle Entrate e prevenire errori che potrebbero peggiorare la situazione fiscale del contribuente.

  Conclusione

La conciliazione giudiziale rappresenta una soluzione efficace per ridurre le sanzioni fiscali e chiudere rapidamente una controversia con il Fisco.

Prima di accettare un accordo, è fondamentale valutare attentamente i termini proposti e, se necessario, consultare un avvocato tributarista esperto.

 

In questo caso, è caldamente consigliato rivolgersi ad un avvocato specializzato in diritto tributario che potrà seguire il contenzioso nel migliore di modi, suggerendoti le mosse da compiere per non incappare in ulteriori vessazioni.

 


 

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