Divieto patti successori: cosa sono e per quale motivo sono vietati
09 Settembre 2022 - Redazione
Divieto di patti successori: tipologie e ratio del divieto
A differenza di molti altri ordinamenti giuridici europei, come ad esempio quello tedesco, svizzero, inglese etc, in Italia esiste il divieto dei patti successori. Tale divieto è espresso più precisamente dall’articolo 458 del Codice Civile il quale prevede la nullità di ogni patto volto a disporre della propria successione, dei diritti di una successione che si deve ancora aprire oppure avente ad oggetto la rinuncia di diritti di provenienza successoria.
L’articolo sopra citato, infatti recita: "fatto salvo quanto disposto dagli articoli 768-bis e seguenti, è nulla ogni convenzione con cui taluno dispone della propria successione. È del pari nullo ogni atto col quale taluno dispone dei diritti che gli possono spettare su una successione non ancora aperta, o rinunzia ai medesimi."
- Indice contenuti
- Tipologie di patti successori
- Perché i patti successori sono vietati
- La recente ordinanza della Cassazione sulla nullità dei patti successori
- Le eccezioni al divieto del patto successorio
- Quando rivolgersi ad un avvocato
Tipologie di patti successori
I patti successori sono in parole povere dei contratti o atti unilaterali, che hanno per oggetto diritti derivanti da una successione non ancora aperta. Dall’articolo sopra citato la dottrina ha individuato ben tre categorie di patti successori:
- I patti istitutivi
- I patti dispositivi
- I patti rinunziativi o abdicativi
Con il patto istitutivo un soggetto decide di istituire come proprio erede un’altra persona sulla base di un contratto con essa stipulato.
Con il patto dispositivo, invece, un soggetto dispone di un diritto che ancora non ha poiché perverrà nella propria sfera giuridica solamente alla morte di un altro soggetto.
Infine, con il patto rinunziativo, un soggetto decide di rinunciare ad un diritto che gli perverrà all’apertura della successione di un’altra persona.
Perché i patti successori sono vietati
I motivi che sono alla base del divieto del patto successorio sono molteplici. In primis il legislatore vuole garantire al testatore la possibilità di revocare il testamento fino all’ultimo istante della propria vita. Inoltre, nel nostro ordinamento la delazione è tipica, ciò significa che può trovare la sua fonte solamente nella legge o in un testamento scritto dal de cuius.
Ancora, ponendo il divieto ai patti dispositivi e rinunziativi, il legislatore vuole evitare che un soggetto possa disporre di un diritto che ancora non ha, evitando un eccesso di prodigalità. Infine, occorre precisare che il legislatore vuole evitare il votum captandae mortis, ovvero il desiderio della morte di una persona per poter fruire dei suoi beni.
La recente ordinanza della Cassazione sulla nullità dei patti successori
Di recente la Suprema Corte di Cassazione si è pronunciata sul tema dei patti successori con ordinanza n. 1411 del 2021, ed giudici ermellini hanno precisato i tratti caratteristici di tali patti
In particolare, hanno decretato che per stabilire se una determinata pattuizione ricada o meno nel novero del divieto del patto successorio, occorre accertare se:
-
Il vincolo giuridico abbia avuto come scopo quello di costituire, modificare, trasmettere o estinguere diritti concernenti una successione ancora non aperta;
-
La cosa o i diritti oggetto della convenzione siano stati considerati dalle parti come entità comprese nella successione non ancora aperta;
-
Il promittente abbia inteso provvedere alla propria successione;
-
L’acquirente abbia stipulato come avente diritto alla successione;
-
Il trasferimento debba avere luogo a titolo di eredità o di legato.
Le eccezioni al divieto del patto successorio
Il legislatore ha introdotto nel Codice Civile una vera e propria deroga al divieto del patto successorio ex art. 458. Si tratta dell’art. 768 bis e seguenti del Codice Civile, ovvero, il patto di famiglia. In estrema sintesi si tratta di un contratto mediante il quale è possibile trasmettere ad un proprio discendente la propria azienda senza disgregarla tra i vari eredi. Un’ulteriore eccezione al divieto dei patti successori è prevista dal combinato disposto degli articoli 210 e 179 lettera B del Codice Civile, ovvero, i coniugi in regime di comunione legale potranno convenire che i beni pervenuti per successione ereditaria siano attribuiti alla comunione legale dei beni.
Infine, un’ulteriore deroga al divieto in questione è prevista dall’art. 1920 del Codice Civile, il quale permette di designare per testamento il beneficiario di un’assicurazione sulla vita stipulata per atto tra vivi. Tutti questi istituti rappresentano delle vere e proprie deroghe al divieto del patto successorio, ma il loro tratto comune è l’essere stati varati dal legislatore. I privati infatti non potrebbero mai creare, in virtù della propria autonomia negoziale, delle deroghe al divieto di cui all’art. 458 del Codice Civile.
Quando rivolgersi ad un avvocato
Se si ha intenzione di porre in essere operazioni negoziali aventi per oggetto diritti concernenti una successione ancora non aperta, è consigliabile rivolgersi ad un avvocato.
Il rischio di incorre nel divieto del patto successorio è piuttosto alto, pertanto è di cruciale importanza chiedere il parere di un avvocato specializzato nel diritto civile. Se sei alla ricerca di un professionista di questo settore, Quotalo.it è ti permette di contattare l’avvocato più vicino a te a cui chiedere una consulenza legale dettagliata.