L'evoluzione delle costruzioni edili in italia
17 Giugno 2015 - Redazione
L'evoluzione e l'andamento del settore edile in Italia è fortemente legato all'andamento
dell'economia del paese e dal suo territorio geografico, in alcune zone più ostile di altre.
Il materiale utilizzato per le costruzioni è tendenzialmente storicamente in Italia è il cemento o calcestruzzo armato.
Come si accennava precedentemente, la penisola italiana, fatta eccezione della zona
padana, è un territorio a rischio sismico; a tal proposito richiede una normativa antisismica,
che dal 2003 recita: tutto il territorio nazionale è stato classificato come sismico e
suddiviso in 4 zone, caratterizzate da pericolosità sismica decrescente. Questo tipo di
normative richiede quindi l'utilizzo di materiali antisismici nella costruzione e
conseguentemente una spesa più elevata del normale.
Dal dopoguerra l'economia italiana è in ripresa e il boom economico degli anni 60
corrisponde al boom edilizio: Il patrimonio edilizio infatti aumenta vertiginosamente nel
dopoguerra fino agli anni 90. Nel 1951 erano stati costruiti 10,7 milioni di abitazioni che
erano quasi raddoppiate nel 1991 raggiungendo la cifra di 19,7 milioni di unità. Il boom
portò alla luce alcuni squilibri tra cui: la speculazione edilizia, la mancanza di una
legislazione urbanistica appropriata: il mancato rispetto delle norme in molti casi consentì
di costruire praticamente ovunque anche senza tener conto delle prescrizioni edilizie ed
antisismiche. E esempi di riflessi sociali dell’urbanizzazione selvaggia come il sorgere di
quartieri dormitorio ai margini dei centri urbani e in alcuni casi di baraccopoli.
Con la crisi economica, che ha colpito tutti i comparti della filiera del campo dell'edilizia,
nel 2012 la tendenza recessiva del settore risulta visibile anche dall’evoluzione delle
quantità di cemento consegnate. Così anche nell'anno corrente.
La soluzione alla crisi degli ultimi anni è data dall'innovazione nelle costruzioni,
innovazione che risiede nella scelta di aderire nel campo dell'edilizia alla sostenibilità
ambientale e al conseguente risparmio energetico. Nel settore edile, una fortissima spinta
all’innovazione è nata dalla trasformazione della domanda abitativa dalla quantità alla
qualità, laddove per qualità si intende appunto maggiore sicurezza, sostenibilità,
accessibilità e fruibilità.
“Sostenibile”, sta quindi a identificare uno sviluppo, una produzione e un livello di consumi
consapevoli della limitata disponibilità di risorse strategiche (combustibili fossili, acqua,
ecc.) e delle esigenze poste dalla salvaguardia dell’ambiente.
La domanda sostenibile spinge verso un accresciuto interesse per il contenimento dei
consumi energetici, un capitolo fondamentale per il settore edilizio.