Incapsulamento amianto: quando (e perché) farlo e quali sono i rischi

01 Ottobre 2024 - Redazione

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Incapsulamento amianto: quando (e perché) farlo e quali sono i rischi

Dal 1992 l’amianto è considerato fuorilegge, motivo per cui non si possono più produrre e installare (e dal 1994 neanche importarli e venderli) manufatti contenenti questo materiale.

Le ragioni sono legate alle capacità cancerogene dell’amianto (evidenziate anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità) anche per le piccole esposizioni.

È quindi fondamentale (oltre che obbligatorio per legge) procedere con la sua rimozione e con le relative attività di bonifica.

Attività di bonifica che vanno condotte con rigorosa attenzione e solo in alcune specifiche condizioni sia per non nuocere agli operatori che eseguono tali operazioni sia per evitare che da queste attività si possano disperdere nell’ambiente parti di amianto.

Nonostante siano passati molti anni dalla messa al bando dell’amianto (asbesto) sono ancora molti gli edifici e i manufatti che lo contengono, considerato che per diversi decenni è stato ampiamente utilizzato nell’industria, nell’edilizia e nei trasporti.

Nell’industria ha trovato ampia diffusione come isolante termico negli impianti di condizionamento nelle centrali termiche, nell’industria chimica e siderurgica e come materiale fonoassorbente.

Nell’edilizia, invece, nelle coperture degli edifici, nei serbatoi e nelle condotte per l’acqua, nei pavimenti, nelle pareti divisorie e in alcuni elettrodomestici. Nei trasporti veniva impiegato per rivestire navi, autobus e treni, per i freni, le vernici e le guarnizioni.

 

I tre modi per trattare l’amianto

Incapsulamento amianto

La gestione dell’amianto può avvenire in tre differenti modi: incapsulamento, confinamento e rimozione.

  • Incapsulamento - Consiste nel trattare le superfici contenenti amianto con materiali che ricoprono e sigillano le fibre, impedendone la dispersione nell'aria.
  • Confinamento – Prevede la costruzione di barriere fisiche attorno al materiale contenente amianto, isolandolo dagli spazi circostanti.
  • Rimozione – Comporta l'eliminazione completa dell'amianto dall'edificio o dall'area interessata, un'operazione che richiede procedure rigorose e la gestione dei rifiuti pericolosi.
 

Cos’è l’incapsulamento

Per incapsulamento si intende quella tecnica di trattamento dell’amianto per la quale, tramite pitture o resine, si sigillano (creando appunto una sorta di capsula) le superfici contenenti amianto.

In questo modo si forma una pellicola protettiva tale da impedire il rischio che fibre di amianto si sfaldino e si diffondano nell’ambiente.

L’incapsulamento non va confuso con la bonifica che, invece, prevede la rimozione vera e propria dell’amianto dal manufatto o dall’edificio nel quale si trova.

Entrambe le attività mirano a eliminare il rischio che le fibre di amianto si disperdano nell’aria (causando danni respiratori alle persone che vi entrano in contatto) ma lo fanno con due approcci diversi.

L’incapsulamento mantiene l’amianto ma lo isola, mentre la bonifica lo rimuove del tutto eliminando all’occorrenza anche il manufatto nel quale l’amianto si trova.

 

Vantaggi (e svantaggi) dell'incapsulamento rispetto alla rimozione totale

L’incapsulamento è un trattamento vantaggioso per l’amianto per i seguenti motivi:

  • Rapidità – è un intervento che può essere eseguito in poco tempo.
  • Sicurezza immediata – Una volta completato riduce immediatamente il rischio di esposizione alle fibre di amianto
  • Non invasivo – è un lavoro che non causa gravi disagi agli occupanti di un edificio
  • Economico – costa meno rispetto alla rimozione totale dell’amianto

Di contro bisogna considerare che, non essendo un lavoro definitivo e rimanendo di fatto l’amianto nel sito, necessita di costante attività di monitoraggio e manutenzione per garantire l’integrità dell’incapsulamento.

Parallelamente, a differenza della bonifica, mantiene un minimo di rischio per cui se l’incapsulamento fallisce (anche per cause esterne alla tecnica in sé, come può essere un danno strutturale all’edificio), c’è il pericolo che le fibre di amianto si disperdano nell’ambiente.

 

Criteri per valutare la necessità di incapsulamento

La scelta del tipo di intervento sull’amianto dipende da una serie di fattori.

L’obiettivo principale, ovviamente, resta la messa in sicurezza del luogo ma non sempre – prevalentemente per le condizioni dell’edificio o le possibilità di accesso al sito – la bonifica è la soluzione che assicura i vantaggi maggiori.

Prima di procedere all’incapsulamento si valuta lo stato in cui verte il manufatto contenente l’amianto e le condizioni dell’asbesto. Nel caso in cui fosse in buone condizioni e non fosse friabile allora l’incapsulamento è un trattamento perseguibile.

Va quindi valutata l’accessibilità: nelle zone e nei siti nei quali è più difficile intervenire potrebbe rivelarsi migliore l’incapsulamento rispetto alla rimozione.

Ovviamente un importante elemento è anche quello economico con l’analisi dei costi, non solo quelli strettamente necessari al trattamento dell’amianto, ma anche quelli accessori per arrivare al sito e provvedere con l’eventuale smaltimento dell’amianto.

L’aspetto normativo

In Italia la normativa di riferimento in materia di amianto è la Legge 257 del 27 marzo 1992 che disciplina la cessazione dell’impiego di questo materiale e il suo smaltimento controllato.

In attuazione della legge sono stati previsti diversi “piani regionali amianto” con la valutazione del rischio e delle tipologie di interventi per la bonifica. C’è poi il Decreto Legislativo 114 del 17 marzo 1995 che fissa i limiti per le emissioni in atmosfera e negli effluenti liquidi dell’amianto.

Il Decreto Legislativo 36/2003 introduce la disciplina sulle discariche di rifiuti e le regole per la mappatura e le bonifiche urgenti.

Il Decreto Legislativo 81/2008 disciplina gli obblighi dei datori di lavoro in caso per lo svolgimento degli interventi di manutenzione, rimozione, smaltimento e trattamento dell’amianto e dei relativi rifiuti. Il 20 ottobre 2021 il Parlamento europeo ha approvato apposita risoluzione sulla protezione dei lavoratori dell’amianto.

Nel 2013 è stato approvato il Piano nozionale amianto per perseguire gli obiettivi della tutela della salute, la tutela dell’ambiente e la sicurezza sul lavoro e le questioni previdenziali.

Negli anni sono stati previsti anche incentivi (come il credito d’imposta e fondi specifici) per favorire gli interventi di bonifica dell’amianto. Anche se non strettamente legati a questa misura anche il PNRR prevede un investimento di circa 500 milioni di euro per la bonifica dei siti orfani e la loro riqualificazione.

 

Tecniche di incapsulamento dell’amianto

Il trattamento dell’amianto mediante incapsulamento può avvenire in diversi modi: tramite pitture, resine epossodiche o rivestimenti plastici.

Nel primo caso si utilizzano specifiche vernici che sigillano le superfici ed è un trattamento di facile applicazione e sostanzialmente economico ma che ha una durata limitata e richiede interventi periodici.

L’uso delle resine epossodiche consentono la realizzazione di uno strato protettivo duro e resistente che però ha un’applicazione più complessa e un costo più elevato.

I rivestimenti plastici, infine, creano un’effettiva barriera fisica tramite fogli di plastica (o materiali similari) ma hanno lo svantaggio di una potenziale difficoltà di sostituzione.

La scelta della tecnica più adatta dipende dalle valutazioni del professionista che tiene conto della tipologia di superficie da trattare, dell’accessibilità, del contesto in cui opera e del budget a disposizione.

 

Passaggi chiave del processo di incapsulamento

Il primo step prevede, ovviamente, la valutazione preliminare andando ad analizzare il materiale contenente amianto e le condizioni in cui si deve intervenire.

Viene quindi previsto un progetto (richiesto anche dalla legge) con la scelta del metodo di incapsulamento e la pianificazione delle attività. Il passaggio successivo prevede la messa in sicurezza del sito e degli operatori con l’isolamento dell’area di lavoro.

In base alla tecnica utilizzata si procede a incapsulare l’amianto utilizzando attrezzature, strumenti e materiali adeguati e, al termine dell’intervento, si effettuato i controlli per verificare l’efficacia dell’attività svolta andando poi a programmare gli interventi di manutenzione periodica.

 

Legislazione e normative sull'amianto

Nello specifico, l’incapsulamento viene normato dal Decreto del Ministero della Sanità del 20 agosto 1999 nel quale, tra le altre cose, vengono definite le caratteristiche che devono avere i rivestimenti incapsulanti con gli adempimenti obbligatori per la corretta esecuzione della bonifica.

Il Decreto Legislativo 81/2008, invece, prevede che nei casi di incapsulamento (e confinamento) invece del piano di lavoro debba essere inviata una Notifica con i dati essenziali per gli interventi di bonifica previsti.

Lo stesso decreto prevede l’iscrizione all’Albo Nazionale Gestori Ambientali di coloro che si occupano delle attività di bonifica (incapsulamento compreso) dei beni contenenti amianto.

Tra gli obblighi previsti dalla legge italiana ci sono anche quelli dei datori di lavoro (di adottare misure preventive adeguate) e dei proprietari degli immobili.

Chi ha un’immobile, infatti, deve segnalare i casi di presenza di amianto (così da contribuire al relativo censimento) segnalando alle autorità competenti l’intenzione di procedere con il trattamento dell’amianto.

Va presentato un Piano di Lavoro dettagliato contenente le misure di sicurezza e le tecniche utilizzate verificando la conformità dell’intervento eseguito. 

 

Costi e considerazioni economiche

Mediamente il costo dell’incapsulamento dell’amianto si aggira sui 12- 15€ al metro quadro e ha una durata di 5 anni circa.

A incidere sul costo, però, non è solo la grandezza dell’area da trattare, ma anche le tecnologie utilizzate e le condizioni di accessibilità in quanto zone più complesse da raggiungere potrebbero far lievitar e i costi.

Come anticipato l’incapsulamento è generalmente l’intervento più economico in quanto per il confinamento i prezzi si aggirano sui 22- 28€ al metro quadro, mentre per le bonifiche si può arrivare anche a 40-50€ al metro quadro.

Oltre a questo bisogna aggiungere i costi per il noleggio delle attrezzature, le misure di sicurezza e le prescrizioni dell’ASL di competenza. C’è da considerare infine anche il costo della pratica edilizia che nel caso della rimozione delle coperture è la SCIA.

Le operazioni di trattamento e smaltimento dell’amianto possono essere oggetto di incentivi e agevolazioni.

Per i privati i principali sono il Bonus ristrutturazione e l’Ecobonus. Per le imprese c’è il Bando ISI dell’INAIL con un finanziamento a fondo perduto del 65% per un importo minimo di 5000 e uno massimo di 130000€ per la bonifica da materiali contenenti l’amianto.

Si può anche fare ricorso al Decreto FER 2 che prevede incentivi per l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e che può essere utilizzato per la sostituzione di coperture realizzate in amianto.

 

Criteri per la selezione di un professionista o di una ditta specializzata

La rimozione dell’amianto e la messa in sicurezza dei siti contenenti questo pericoloso materiale (come avviene con l’incapsulamento) è un’attività obbligatoria per legge e di assoluta importanza.

I lavori di incapsulamento e bonifica (approfondisci qui come si realizza un intervento di bonifica ambientalevanno condotti esclusivamente da ditte specializzate e iscritte all’Albo Nazionale Gestori Ambientali in possesso delle certificazioni e le autorizzazioni a effettuare questo tipo di interventi.

Vanno assolutamente evitati (sia per la loro pericolosità che per l’essere contro la legge) gli interventi fai da te o il ricorso ad aziende non in possesso dei requisiti di sicurezza così come previsto dalla legge per il trattamento dell’amianto.

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