L'isolamento termico del tetto
23 Ottobre 2018 - Redazione
L’aria calda sale verso l'alto perché più un gas è caldo più occupa spazio (le molecole che lo compongono sono più distanti tra di loro), quindi a parità di volume è più leggero dello stesso gas a una temperatura più bassa. E questo significa anche che l’aria più fredda tende invece ad occupare gli strati più bassi dell’atmosfera.
Questo è ciò che accade in casa vostra quando la riscaldate.
Ora, se l’aria che sale non incontra sufficiente resistenza, fuoriesce e si perde all'esterno.
Aumentare ulteriormente la temperatura interna non produce miglioramenti nel microclima interno, ma solo un maggiore dispendio energetico.
E allora come intervenire?
Il modo più efficace è isolare termicamente l’abitazione, tanto a livello di pareti quanto di soffitto.
Soffermiamoci dapprima su questo secondo aspetto…
La scelta del materiale da adoperare ovviamente va effettuata in base alle esigenze e alle caratteristiche dell'edificio, scegliendo solo prodotti certificati, il cui valore isolante è dichiarato dal produttore se certificato ISO 9000, oppure desunto dalle prove svolte in laboratori accreditati.
Di seguito un elenco dei miglior isolanti termici per il tetto, classificati in base alla loro conduttività termica, cioè la capacità di trasferire calore da una parte più fredda a una più calda: più basso è questo valore (W/mK sta per watt su metro kelvin che rappresenta l'unità di misura della conduttività termica) più le prestazioni risultano buone.
- Aerogel
Si tratta del materiale con la conduttività termica minore, che si colloca tra 0,014 e 0,019 W/mK. È composto per il 98% da aria ed è venduto sotto forma di materassini. - Polistirene espanso estruso
Caratterizzato da una conduttività di 0,030/0,040 W/mK, l’XPS è disponibile in commercio in pannelli, con o senza rivestimento. - Lana di vetro
Con 0,031/0,048 W/mK di conduttività, la lana di vetro è ottenuta dalla lavorazione di sabbia quarzifera e altri componenti, tra cui la resina, ed è commercializzata in pannelli, feltri e rotoli. - Lana di roccia
Realizzato grazie ad un mix di rocce e residui di lavorazioni varie (laterizi, scorie d’altoforno) è venduto in pannelli, feltri e rotoli e ha conduttività di 0,033/0,045 W/mK. - Polistirene espanso sinterizzato (EPS)
Acquistabile in pannelli, anche sagomati, ha un valore di 0,034/0,040 W/mK. - Fibra di canapa
Con i suoi valori compresi tra 0,038 e 0,043 W/mK la fibra di roccia si ricava dalla lavorazione di foglie di canapa con aggiunta di poliestere e prodotti naturali ignifughi. E' disponibile sia in pannelli che in rotoli. - Fibra di legno
Di poco inferiore rispetto a quella di canapa (0,038/0,048 W/mK) la fibra di legno, venduta in pannelli, si ottiene da scarti di lavorazione ai quali si aggiungono resine e altri componenti come colle e bitume. - Sughero
Ottenuto dalle piante tramite scorzatura, è disponibile in diversi formati e presenta conduttività termica 0,040/0,045 W/mK. - Calcestruzzo aerato autoclavato
Ottenuto miscelando sabbia di quarzo e gesso, cemento, acqua e alluminio, è distribuito in blocchi ed ha conduttività termica 0,043 W/mK. - Perlite espansa
La conduttività di questo materiale costituito da silice e ossidi di alluminio, ferro, sodio, potassio, calcio e magnesio oscilla tra 0,048 e 0,052 W/mK. - Vermiculite espansa
Si sale a valori di 0,077/0,082 W/mK con questi granuli sfusi di silicati idrati di metalli cristallizzati (alluminio, ferro, magnesio).
Tecniche per isolare il tetto di casa
Dopo esserci soffermati su quali sono i materiali più performanti per isolare il tetto di casa, vediamo come adoperarli, con quali tecniche installarli.
Le maggiori escursioni termiche si hanno con le coperture piane; l'isolamento deve essere effettuato con materiali a conducibilità costante accoppiati a materiali bituminosi; i materiali adoperati devono essere inalterabili al caldo e resistenti alle dilatazioni.
Nel caso di coperture con tetto a falde, se il sottotetto non è praticabile, è sufficiente isolare solo il solaio piano con materiali ad elevato spessore; se il sottotetto è stato recuperato ad uso abitativo come mansarda, invece, è necessario isolare direttamente le falde.
Il "cappotto esterno" per il tetto piano
Come detto, qualora si abbia a che fare con una copertura piana - tipicamente in cemento - le escursioni termiche sono maggiori.
In tal caso, l’idea migliore consiste nel realizzare un "cappotto esterno", magari unito a una (facoltativa) controsoffittatura interna.
Un cappotto esterno, che si caratterizza per l’apposizione del materiale isolante sulla facciata esterna del tetto, può essere di tre tipi:
- a tetto rovesciato: la guaina viene posta sotto all’isolante così da essere meno esposta alle variazioni termiche;
- a tetto caldo: lo strato isolante viene posto sotto la guaina e l’isolante resta protetto. Come strato più esterno, vengono impiegate guaine bituminose o sintetiche che però, essendo sensibili alle escursioni termiche, creano crepe (con rischio infiltrazioni). Ragion per cui il tetto caldo dovrà essere ricoperto da resine acriliche (in commercio si trovano di colore rosso, verde, bianche o nere), che proteggono e preservano il sottostante strato isolante;
- a tetto freddo (anche detto tetto ventilato): consiste in una copertura isolante e impermeabilizzata che sovrasta una “camera d’aria”, che consente la ventilazione. Accorgimento importante: l’intercapedine deve mantenere lo stesso spessore lungo tutta la falda così da evitare accumulo dell’aria con temperature differenti e strozzature che rallentano o impediscono la ventilazione.
Tra i vantaggi di un cappotto termico esterno:
- l’accumulazione del calore e la cessione graduale all'ambiente interno;
- la salvaguardia dei metri quadri interni disponibili;
- la prevenzione di muffa e condensa;
- la diminuzione della percezione dei rumori;
- la difesa da eventuali crepe e spaccature.
Tra i limiti e gli svantaggi:
- il maggior costo rispetto al cappotto termico interno;
- la maggior difficoltà d'applicazione rispetto a quello;
- l’impossibilità di utilizzo in presenza di umidità di risalita.
Il "cappotto interno"
L’isolamento termico interno al soffitto, di solito, viene realizzato con un reticolo sospeso che integra dei pannelli isolanti di estrema leggerezza.
Ha il vantaggio di essere meno costoso rispetto a quello esterno in quanto non è necessario utilizzare i ponteggi.
Inoltre permette di mantenere inalterato l'aspetto esterno dell'edificio e di non dover chiedere il consenso degli altri condomini.
Tuttavia, è doveroso valutarne anche gli svantaggi:
- una riduzione della superficie utile all’interno;
- una minore efficienza rispetto a quello esterno;
- la necessità di intervenire sugli impianti (in particolare quello elettrico).
In realtà esiste un’alternativa ai cappotti termici, vale a dire l’intonaco termoisolante, che può essere applicato sia su muri “standard” che di spessore maggiorato, e si trova in commercio già premiscelato da adoperare anche in modalità fai-da-te.
Isolamento termico del tetto: i prezzi e le detrazioni
Per stabilire il prezzo per l’isolamento termico del tetto considerate i costi di:
- pannelli isolanti (generalmente dai 15 ai 35 euro al metro quadro);
- opere murarie;
- manodopera (circa 30-35 euro al metro quadro).
Fortunatamente i lavori di isolamento termico del tetto godono di una detrazione fiscale Irpef del 55%, dal momento che consentono un efficientamento energetico.
Tuttavia, per avanzare richiesta, è necessario:
- essere in possesso della documentazione specifica rilasciata dai tecnici abilitati che hanno svolto i lavori (solo aziende specializzate come quelle che collaborano con Quotalo possono assicurare un'esecuzione a regola d'arte);
- inviare telematicamente all'ENEA la copia dell'attestato di qualificazione energetica e scheda informativa dell'intervento;
- conservare traccia dei pagamenti (necessariamente) effettuati tramite bonifico;
- inviare la documentazione entro 90 giorni dalla fine dei lavori.