Quando e perché è fondamentale la dichiarazione di conformità di un impianto elettrico

23 Gennaio 2018 - Redazione

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Le ragioni che determinano l’importanza di avere un impianto elettrico a norma non sono solo di natura burocratica, come preciseremo in seguito, ma riguardano innanzitutto questioni di sicurezza, perché un impianto della corrente elettrica che non soddisfi i requisiti richiesti dalla legge rischia di provocare non solo la rottura di alcuni degli elettrodomestici ad esso collegati, ma anche incidenti di una certa gravità, come incendi che si sprigionano quasi inspiegabilmente negli appartamenti: ragion per cui diviene fondamentale essere in possesso della dichiarazione di conformità di un impianto elettrico… ma approfondiamo quando e perché è essenziale che un impianto elettrico sia dotato della relativa dichiarazione di conformità.


Tutto questo non prima di aver chiarito quali sono le differenze che intercorrono tra DICO (dichiarazione di conformità) e DIRI (dichiarazione di rispondenza): la prima è rilasciata dall'installatore che ha svolto i lavori (che vengono dettagliatamente descritti nella documentazione in questione), e attesta che questi sono stati eseguiti a regola d'arte (ragion per cui deve necessariamente essere prodotta a conclusione dei lavori stessi); la DIRI invece è rilasciata da un professionista che attesta la rispondenza dell'impianto (o di parte di esso) alle norme qualora non si fosse in possesso della dichiarazione di conformità.


Il Decreto ministeriale 37/2008 descrive anche gli obblighi e le sanzioni cui è soggetto il proprietario di un immobile in occasione di rogiti e lavori di ristrutturazione: questo precisa come anche in caso di impianti elettrici preesistenti, che vengono “semplicemente” modificati, il responsabile dell'impresa che ha svolto i lavori deve sottostare all’obbligo di rilasciare al committente la dichiarazione di conformità, composta, oltre che dalla vera e propria "conformità", anche da alcuni allegati obbligatori, laddove la certificazione è relativa alla sola parte modificata, pur tenendo conto della funzionalità e sicurezza dell'impianto elettrico complessivamente considerato.


Così ottenuta, la dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico non va inviata alla Camera di Commercio (ente responsabile dei controlli) ma, unitamente al progetto dell’impianto elettrico, va depositata, entro 30 giorni, presso lo sportello unico dell’edilizia del Comune (o, in taluni casi, allo sportello del municipio).


Ma quando diviene fondamentale la dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico?
  • Tutte le volte che si debbano allacciare nuove utenze (gas, luce, acqua)
  • Ogni qualvolta si voglia ottenere il certificato di agibilità
  • Sempre quando i Vigli del Fuoco debbano adempiere a tutto quanto previsto in merito alla Prevenzione Incendi.


Per quanto concerne invece gli obblighi all’atto del rogito o del fitto, vi invitiamo a continuare nella lettura.


Dopo aver chiarito i motivi per cui è essenziale la dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico, rispondiamo adesso ad una serie di quesiti che ci permettono di asserire che un impianto elettrico è a norma di legge.


Quali sono gli allegati obbligatori del certificato di conformità dell’impianto elettrico?
  • Progetto dell'impianto 
  • Relazione con l'elenco dei materiali utilizzati con eventuali marchi e certificati di prova
  • Copia della visura della camera di commercio dell'impresa che ha installato l'impianto con il riconoscimento dei requisiti tecnico-professionali.


Chi firma i documenti del certificato di conformità dell’impianto elettrico?


Sulla dichiarazione di conformità devono essere apposti timbro e firma del rappresentante legale dell'impresa e del responsabile tecnico, gli allegati obbligatori vanno siglati da colui che rappresenta legalmente l'impresa, il progetto dell’impianto elettrico va firmato dal responsabile tecnico, nel caso di impianti "semplici", o da un professionista iscritto all’albo negli altri casi.


Tra questi casi rientrano anche:
  • impianti elettrici in unità immobiliari residenziali superiori a 400mq
  • impianti elettrici in unità immobiliari residenziali con potenza maggiore di 6 kw
  • impianti elettrici in unità immobiliari adibite a commercio, attività produttive o terziario alimentate con tensione maggiore di 1000V
  • impianti elettrici in unità immobiliari adibite a commercio, attività produttive o terziario con potenza maggiore di 6kw
  • Etc.


Perché la dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico è fondamentale?


Perché, tra le altre cose, rappresenta una garanzia per il committente che l'impianto sia stato realizzato seguendo le norme tecniche, con materiali qualitativamente adatti, secondo le indicazioni del progetto, in modo conforme alla regola dell’arte, e secondo criteri rispondenti alla sicurezza e funzionalità previsti.


Perché il 2008 rappresenta uno spartiacque?


Perché in realtà la Dichiarazione di Rispondenza detta "DIRI", alla quale si può ricorrere nel caso in cui la Dichiarazione di Conformità non sia reperibile, è producibile solo per impianti stati realizzati prima dell'entrata in vigore del DM 37/08.
E dunque, per quegli impianti elettrici realizzati dopo il 2008 ma sprovvisti di Dichiarazione di conformità come si procede?
Ahinoi bisognerà rimettere mano all'impianto e redigere un nuovo DiCo.


Quali sono gli obblighi in caso di compravendita, rogito e cessione di immobili?


Attualmente gli obblighi (inseriti nell' articolo 13 del DM 37/08), che prevedevano che al momento del trasferimento dell'immobile tutta la documentazione relativa alla conformità degli impianti (o la dichiarazione di rispondenza) e il libretto di uso e manutenzione fossero obbligatoriamente trasferiti al nuovo proprietario, sono stati abrogati (per cui sono stati validi per solo tre mesi!).


Quindi in caso di rogito il compratore e il venditore non sono obbligati a dichiarare la conformità o la "non conformità" degli impianti, anche se è preferibile, onde evitare rogne legali postume, specificare nell'atto di compravendita lo stato degli impianti (a differenza della certificazione energetica APE, che riguarda la valutazione del consumo energetico di un immobile, il cui obbligo persiste tutt’oggi).


Permane invece l’obbligo a carico del proprietario di trasmettere all’ente distributore, entro 30 giorni dall'allaccio di acqua, gas o luce, una copia della dichiarazione di conformità o dichiarazione di rispondenza, anche nel caso di modifica della portata termica del gas o della potenza elettrica: in assenza d’invio, l'ente distributore sospende la fornitura.


Quali sono le sanzioni nelle quali si rischia di incorrere?


In realtà le sanzioni, comminate in particolare dalla Camera di Commercio, possono colpire tanto progettisti e collaudatori, in caso di violazione delle norme, quanto i committenti (proprietari di casa o comunque chi commissiona il lavoro), qualora affidino i lavori ad un'impresa non certificata: ragion per cui è essenziale affidarsi solo a personale qualificato… richiedete pertanto alle aziende che contatterete tramite il nostro portale se sono in possesso della certificazione richiesta.

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