RESINA POLIURETANICA: materiale alternativo per impermeabilizzare

Oggigiorno quando si tratta di impermeabilizzare tetti e coperture in genere, terrazzi e piscine si parla spesso di impermeabilizzazioni in resina poliuretanica, ma esse rappresentano un’evoluzione tecnica rispetto a quelle realizzate con guaina bituminosa.

Originariamente le impermeabilizzazioni venivano fatte con l’applicazione di asfalto naturale venduto in barili di latta: le loro principali caratteristiche – impermeabilità all’acqua, elasticità a freddo e fluidità a temperature non elevate – permettono un largo impiego di tali sostanze. 

Poi, circa 40 anni fa, sono arrivate le guaine impermeabilizzanti in rotoli: si tratta in realtà di membrane di poliestere elastoplastometriche, prefabbricate, ad elevate prestazioni, costituite da un compound a base di bitume distillato, resina elastomerica termoplastica (SBS) ad elevatissima elasticità e da un’armatura in tessuto non tessuto di poliestere da filo continuo di elevata grammatura, rinforzato con fili di vetro longitudinali per evitare gli strappi.

Il vantaggio di questa innovazione è costituto da una posa semplificata rispetto ai materiali precedenti, e tuttavia gli inconvenienti sono piuttosto evidenti: la necessità di operai specializzati per la messa in opera, con prezzi della manodopera non trascurabili; un peso cospicuo (circa 40 chili per ogni rotolo) che incide sulle strutture adoperate; il ricordo a bombole di gas e cannelli per la posa a caldo; una cura nella manutenzione che impedisce ad esempio di camminarvi sopra coi tacchi nelle giornate di caldo se si vuole evitare di bucarlo.

Proprio a fronte di questi svantaggi studi ed evoluzioni successive hanno portato all’impiego della resina impermeabilizzante, un poliuretano monocomponente totalmente alifatico, che produce una membrana (trasparente o colorata a seconda dei casi), dalle eccellenti proprietà meccaniche, elastiche e traspirabile, che la rendono pedonabile e stendibile anche su pavimentazioni preesistenti (senza necessità di demolizione e rifacimento), indipendentemente che si tratti di cemento, fibro-cemento, mosaico, piastrelle, vecchie guaine, legno, metallo, acciaio galvanizzato: unica condizione, che si adoperino primer (aggrappanti).

E poiché le voci più costose dell’impermeabilizzazione di terrazze, balconi e rampe di scale pavimentate sono rappresentate da:

Una tecnologia che permetta di impermeabilizzare senza demolire rappresenta un risparmio in termini di costi e di tempo.

A questi vantaggi se ne aggiungono altri due quando si impermeabilizza adoperando la resina: temperature di servizio che variano da –40°C a +80°C, e la possibilità di adoperare il rivestimento a faccia vista (essendo completamente pedonabile).

Tirando rapidamente le somme, mentre un’impermeabilizzazione realizzata con guaina bituminosa in rotoli necessita di una posa a caldo e garantisce una durata del lavoro di circa 10 anni, utilizzare resina poliuretanica liquida per impermeabilizzare significa lavorare a freddo e garantirsi una durata di 20 anni e oltre, senza bisogno di demolire ma semplicemente “rivestendo” la pavimentazione esistente.

Sperando di esservi stati utili con questo contributo, vi suggeriamo di chiedere al professionista che contatterete tramite il nostro form se non sia il caso di adoperare una resina impermeabilizzante per il balcone, proprio per godere di tutti i pregi di cui abbiamo appena discusso.