RICORSO CONTRO EQUITALIA: come e quando agire
17 Giugno 2015 - Redazione
Quando arriva una Cartella di Equitalia è necessario analizzarla e valutare la possibilità del ricorso. Equitalia ha il ruolo di esattore, in quanto riceve l’incarico da un ente creditore di recuperare il mancato pagamento.
L’importo della cartella è maggiore di quanto dovuto, perché comprende la cifra del mancato pagamento, più gli interessi di mora, sanzioni, aggio e spese.
Gli interessi di mora sono oneri aggiuntivi per il mancato pagamento nella scadenza prevista, così come stabilito dalla Legge; le sanzioni sono sancite dall’ente richiedente; l’aggio è il compenso di Equitalia per la gestione della riscossione; spese sono i costi dovuti ad azioni cautelari/esecutive.
Prima cosa da verificare è l’esistenza del debito e la sua esattezza. La cartella può essere sbagliata, il pagamento richiesto non dovuto perché già eseguito. Qualunque sia il motivo dell’errore il destinatario che ha ricevuto la cartella ha la possibilità di fare ricorso.
Il ricorso è un’azione di tutela del proprio interesse o diritto contro un atto di un ente o amministrazione pubblica.
L’esercizio della tutela spetta al titolare del diritto, in questo caso colui al quale Equitalia richiede il pagamento, il destinatario della cartella, che può rivolgersi a un professionista (solitamente un avvocato tributarista) per l’assistenza nel ricorso.
Quando si ritiene che il debito sia ingiusto si può chiedere la sospensione per via amministrativa o giudiziale.
In primo luogo c’è la possibilità della domanda di sospensione: richiedendo la sospensione del debito l’Equitalia, interromperà la riscossione e inoltrerà la richiesta all’Ente per le opportune verifiche.
In base alla Legge di Stabilità del 2013 ci si può rivolgere direttamente a Equitalia quando il debito sia prescritto o decaduto, oppure quando l’ente richiedente abbia emesso provvedimento di sgravio, o in alternativa, quando la cifra dovuta sia soggetta a sospensione amministrativa, da parte dell’Ente Creditore.
Si può chiedere la sospensione inoltre, quando è stata emessa una sentenza giudiziale che abbia modificato o annullato la pretesa dell’Ente impositore ed il pagamento sia stato effettuato anche parzialmente o per qualsiasi circostanza per cui il debito non sia esigibile.
Per avviare la sospensione è sufficiente scaricare il modulo dal sito dell’Equitalia, compilarlo e inviarlo alla sede competente per territorio.
Nel caso in cui la cartella abbia come oggetto la richiesta di un pagamento già effettuato, tre sono le possibilità: rivolgersi al Giudice di Pace, o all’Ente Richiedente o ad Equitalia. Nell’ultimo caso è decisamente più semplice e diretto, senza incorrere in rischi di mancata comunicazione tra le parti o tempi troppo lunghi, Equitalia sospenderà subito il procedimento per la riscossione.
Per l’annullamento parziale o totale del debito il cittadino può presentare la domanda di autotutela, facendo ricorso all’Ente creditore, che comunicherà a Equitalia lo “sgravio” cioè la cancellazione della richiesta.
È comunque consigliabile segnalare all’ufficio di competenza dell’ente riscossore la richiesta di sgravio e fare domanda di sospensione.
L’Ente ha 220 giorni per pronunciarsi, se decorso questo periodo non sia stata resa nota alcuna risposta, il debito viene annullato e la cartella decade, con la conseguenza che Equitalia sospende la riscossione.
Il ricorso per lo sgravio può essere eseguito per via giudiziale entro 60 giorni dal ricevimento della cartella.
Il giudice preposto varia in relazione all’oggetto della cartella: giudice del lavoro per contributi previdenziali, tributario relativo a imposte su redditi, tributi e tasse, giudice di pace per sanzioni amministrative.
Se il giudice accoglierà il ricorso, l’Ente dovrà annullare il debito, qualora l’Ente non si attenesse al giudizio, si può ricorrere al Giudizio di ottemperanza dove un altro giudice obbligherà l’Ente ad attuare la sentenza.
Esercitare il ricorso richiede come presupposto di possedere le idee chiare su come agire, il quadro si presenta complesso e i termini di scadenza sono perentori.
Oltre a possibilità del ricorso legato all’esistenza del debito, a volte Equitalia può avere commesso delle inesattezze formali che possono determinare l’annullamento della cartella.
All’arrivo di una cartella di pagamento, se si ritiene che di aver subito un’ingiustizia è bene accertarsene, non agire d'impatto ma rivolgersi a professionisti preparati prima di commettere errori, che possono determinare un’ulteriore aumento dell’importo da pagare.