Separazione: se non ho un lavoro il figlio mi viene tolto?
09 Maggio 2018 - Redazione
Anche in caso di separazione un minore ha diritto a preservare l’ambiente familiare e a crescere con entrambi i genitori, ragion per cui oggigiorno la strategia più ampiamente diffusa è quella dell’affido condiviso: ma cosa accade se uno dei due non possiede un lavoro? Lo stato di disoccupazione può rappresentare un motivo per sottrarre un figlio alle cure genitoriali?
L’allontanamento dei minorenni dalle loro famiglie può verificarsi qualora sia messo a rischio il benessere del bambino, ma mai per motivi economici: dunque, la risposta alla precedente domanda è “no, la mancanza di lavoro non può essere addotta a motivazione dell’allontanamento del minore dal proprio contesto di nascita”… approfondiamo il discorso in merito.
Innanzitutto, a disporre l’allontanamento di un minorenne in caso di separazione può essere solo l’autorità giudiziaria, in seguito ad un percorso di valutazione, multidisciplinare e collegiale, in merito alle condizioni di rischio nelle quali vive il soggetto, il che equivale a dire che si tratta di un provvedimento volto a garantirne il benessere ma privo di carattere definitivo: è infatti funzionale al recupero della responsabilità genitoriale.
L’allontanamento del minore può essere disposto qualora il genitore non sia in grado di rispondere ai bisogni di crescita, costringa il figlio a vivere esperienze non adatte all’età, non gli assicuri una routine corretta, lo faccia dimorare in un ambiente inaffidabile, o lo sottoponga a trascuratezze fisiche o addirittura a maltrattamenti.
Scopo del provvedimento è, come accennato, la realizzazione di un percorso di educazione genitoriale, che vede anche il coinvolgimento dei servizi sociali, affinché il bambino possa crescere in un ambiente sano e rispondente alle sue necessità.
Al contrario, l'allontanamento non avviene mai per motivi economici: dunque, la mancanza di lavoro non rappresenta una condizione predisponente alla “perdita” del figlio in caso di separazione dal coniuge.
Questo anche in conseguenza del fatto che l’allontanamento rappresenta comunque un evento doloroso per il minorenne e per i genitori, tant’è che:
- vengono svolti, sia prima che dopo, una serie di interventi orientati a far comprendere ai soggetti coinvolti la funzione di “ricostruzione del nucleo familiare” perseguita
- al minore vengono sempre garantiti, in ogni fase, i diritti di informazione, di ascolto e, se fornito della capacità di discernimento, la possibilità di esprimere la sua opinione
- si tendono a privilegiare le modalità di accompagnamento all’allontanamento, che favoriscono la collaborazione dei genitori e di altri familiari coinvolti
- si cerca di evitare il ricorso alla forza pubblica se non come modalità residuale ed estrema.
Che si tratti di separazione o di divorzio), anche nel caso estremo di divorzio con addebito (pur trattandosi di un termine improprio, giacché bisognerebbe parlare di separazione con addebito, non esistendo la fattispecie prima nominata), che viene accordato solo in caso di grave violazione di uno dei doveri derivanti dal matrimonio (coabitazione, fedeltà, assistenza morale e materiale, coabitazione), l’interesse precipuo da salvaguardare è quello dei minori coinvolti: è per questo che qualora steste cercando un esperto in diritto civile che possa supportarvi nello svolgimento della separazione, vi consigliamo di visionare il suo portfolio e di chiedergli raggiagli in merito alla sua esperienza di casi precedentemente trattati in cui siano presenti minori.
Con Quotalo potete farlo tranquillamente: richiedetelo in modo esplicito quando compilate il form apposito…