Separazione: se non ho un lavoro il figlio mi viene tolto?
11 Dicembre 2024 - Redazione
- Indice contenuti
- Quando un minore può essere allontanato?
- Allontanamento per ragioni economiche: un mito da sfatare
- I diritti del minore durante l’allontanamento
- Trova il giusto supporto legale
Uno dei pregiudizi più diffusi riguardo l’allontanamento di minori è che esso possa avvenire per motivi economici, come la disoccupazione o la difficoltà finanziaria di uno dei genitori. In realtà, questa convinzione è priva di fondamento giuridico e sociale. Lo stato di disagio economico, da solo, non costituisce mai una ragione valida per separare un minore dal suo nucleo familiare.
Le normative italiane, così come gli orientamenti internazionali in materia di diritti dell’infanzia, tutelano il diritto del bambino a rimanere con la propria famiglia, salvo nei casi in cui si evidenzi una reale condizione di pericolo per il suo benessere psico-fisico.
L’allontanamento può essere disposto solo qualora il genitore non sia in grado di garantire al figlio un ambiente sicuro, stabile e idoneo al suo sviluppo, ad esempio in situazioni di trascuratezza grave, abuso o violenza.
Le difficoltà economiche, seppur problematiche, non sono considerate causa sufficiente per l’allontanamento. Anzi, in tali situazioni, l’intervento dei servizi sociali è volto a fornire supporto alla famiglia, aiutandola a superare le difficoltà economiche attraverso assistenza concreta, come sussidi economici, progetti di reinserimento lavorativo e supporto abitativo.
Questo approccio riflette una visione volta a tutelare il benessere del minore nel suo complesso, evitando traumi inutili e promuovendo soluzioni che preservino il nucleo familiare ogni volta che sia possibile.
È fondamentale sfatare il mito dell’allontanamento per ragioni economiche per favorire una corretta comprensione dei diritti del minore e del ruolo dei servizi sociali.
Quando viene disposto l'allontanamento di un minore, il suo benessere e i suoi diritti devono essere sempre al centro delle decisioni prese. In questi casi, le autorità competenti sono tenute a garantire che il procedimento avvenga nel rispetto dei seguenti diritti fondamentali del minore:
-
Diritto all’informazione: il bambino ha il diritto di essere informato, in modo adeguato alla sua età e capacità di comprensione, su ciò che sta accadendo e sulle motivazioni che hanno portato all’allontanamento.
-
Diritto di ascolto: il minore deve essere ascoltato durante il processo, specialmente se ha raggiunto un'età e un livello di maturità sufficienti per esprimere la propria opinione.
-
Diritto alla partecipazione: se il minore è in grado di discernere, deve poter partecipare attivamente al processo decisionale, esprimendo le sue preferenze e il suo punto di vista.
-
Tutela del benessere psicologico: le modalità di allontanamento devono essere tali da minimizzare lo stress e l’impatto emotivo sul bambino. È preferibile ricorrere ad approcci di accompagnamento che coinvolgano i genitori e i familiari, piuttosto che l’uso della forza pubblica, riservata ai casi estremi.
-
Obiettivo di continuità familiare: anche durante l'allontanamento, si cerca di preservare i legami familiari, promuovendo la possibilità di un successivo ricongiungimento, laddove possibile, attraverso percorsi di educazione genitoriale.
-
Supporto e protezione costante: in tutte le fasi, il minore deve essere supportato da figure professionali specializzate, come psicologi o assistenti sociali, che possano aiutarlo a comprendere e affrontare la situazione.
L’intero processo deve mirare a garantire al minore un ambiente stabile e protetto, nel quale possa crescere serenamente, senza rinunciare ai legami affettivi significativi e con il pieno rispetto della sua dignità e individualità.
Trova il giusto supporto legale