Separazione: se non ho un lavoro il figlio mi viene tolto?

11 Dicembre 2024 - Redazione

Vota

Voto 5 su 1 voti

Richiedi Preventivi

Gratuitamente e in 1 solo minuto.

foto principale per articolo separazione: se non ho un lavoro mi tolgono il figlio foto principale per articolo separazione: se non ho un lavoro mi tolgono il figlio foto principale per articolo separazione: se non ho un lavoro mi tolgono il figlio

Anche in caso di separazione un minore ha diritto a preservare l’ambiente familiare e a crescere con entrambi i genitori, ragion per cui oggigiorno la strategia più ampiamente diffusa è quella dell’affido condiviso: ma cosa accade se uno dei due non possiede un lavoro?
 
Lo stato di disoccupazione può rappresentare un motivo per sottrarre un figlio alle cure genitoriali?
 
In questo articolo risponderemo a questo quesito e andremo ad analizzare anche i diritti del bambino in questa fase, già difficile per tutti.
    Quando un minore può essere allontanato?

L’allontanamento dei minorenni dalle loro famiglie può verificarsi qualora sia messo a rischio il benessere del bambino, ma mai per motivi economici: dunque, la risposta alla precedente domanda è “no, la mancanza di lavoro non può essere addotta a motivazione dell’allontanamento del minore dal proprio contesto di nascita”… approfondiamo il discorso in merito.
 
Innanzitutto, a disporre l’allontanamento di un minorenne in caso di separazione può essere solo l’autorità giudiziaria, in seguito ad un percorso di valutazione, multidisciplinare e collegiale, in merito alle condizioni di rischio nelle quali vive il soggetto, il che equivale a dire che si tratta di un provvedimento volto a garantirne il benessere ma privo di carattere definitivo: è infatti funzionale al recupero della responsabilità genitoriale.
 
L’allontanamento del minore può essere disposto qualora il genitore non sia in grado di rispondere ai bisogni di crescita, costringa il figlio a vivere esperienze non adatte all’età, non gli assicuri una routine corretta, lo faccia dimorare in un ambiente inaffidabile, o lo sottoponga a trascuratezze fisiche o addirittura a maltrattamenti.
 
Scopo del provvedimento è, come accennato, la realizzazione di un percorso di educazione genitoriale, che vede anche il coinvolgimento dei servizi sociali, affinché il bambino possa crescere in un ambiente sano e rispondente alle sue necessità.
    Allontanamento per ragioni economiche: un mito da sfatare

Uno dei pregiudizi più diffusi riguardo l’allontanamento di minori è che esso possa avvenire per motivi economici, come la disoccupazione o la difficoltà finanziaria di uno dei genitori. In realtà, questa convinzione è priva di fondamento giuridico e sociale. Lo stato di disagio economico, da solo, non costituisce mai una ragione valida per separare un minore dal suo nucleo familiare.

Le normative italiane, così come gli orientamenti internazionali in materia di diritti dell’infanzia, tutelano il diritto del bambino a rimanere con la propria famiglia, salvo nei casi in cui si evidenzi una reale condizione di pericolo per il suo benessere psico-fisico.

L’allontanamento può essere disposto solo qualora il genitore non sia in grado di garantire al figlio un ambiente sicuro, stabile e idoneo al suo sviluppo, ad esempio in situazioni di trascuratezza grave, abuso o violenza.

Le difficoltà economiche, seppur problematiche, non sono considerate causa sufficiente per l’allontanamento. Anzi, in tali situazioni, l’intervento dei servizi sociali è volto a fornire supporto alla famiglia, aiutandola a superare le difficoltà economiche attraverso assistenza concreta, come sussidi economici, progetti di reinserimento lavorativo e supporto abitativo.

Questo approccio riflette una visione volta a tutelare il benessere del minore nel suo complesso, evitando traumi inutili e promuovendo soluzioni che preservino il nucleo familiare ogni volta che sia possibile.

È fondamentale sfatare il mito dell’allontanamento per ragioni economiche per favorire una corretta comprensione dei diritti del minore e del ruolo dei servizi sociali.

    I diritti del minore durante l’allontanamento

Quando viene disposto l'allontanamento di un minore, il suo benessere e i suoi diritti devono essere sempre al centro delle decisioni prese. In questi casi, le autorità competenti sono tenute a garantire che il procedimento avvenga nel rispetto dei seguenti diritti fondamentali del minore:

  • Diritto all’informazione: il bambino ha il diritto di essere informato, in modo adeguato alla sua età e capacità di comprensione, su ciò che sta accadendo e sulle motivazioni che hanno portato all’allontanamento.

  • Diritto di ascolto: il minore deve essere ascoltato durante il processo, specialmente se ha raggiunto un'età e un livello di maturità sufficienti per esprimere la propria opinione.

  • Diritto alla partecipazione: se il minore è in grado di discernere, deve poter partecipare attivamente al processo decisionale, esprimendo le sue preferenze e il suo punto di vista.

  • Tutela del benessere psicologico: le modalità di allontanamento devono essere tali da minimizzare lo stress e l’impatto emotivo sul bambino. È preferibile ricorrere ad approcci di accompagnamento che coinvolgano i genitori e i familiari, piuttosto che l’uso della forza pubblica, riservata ai casi estremi.

  • Obiettivo di continuità familiare: anche durante l'allontanamento, si cerca di preservare i legami familiari, promuovendo la possibilità di un successivo ricongiungimento, laddove possibile, attraverso percorsi di educazione genitoriale.

  • Supporto e protezione costante: in tutte le fasi, il minore deve essere supportato da figure professionali specializzate, come psicologi o assistenti sociali, che possano aiutarlo a comprendere e affrontare la situazione.

L’intero processo deve mirare a garantire al minore un ambiente stabile e protetto, nel quale possa crescere serenamente, senza rinunciare ai legami affettivi significativi e con il pieno rispetto della sua dignità e individualità.

  Trova il giusto supporto legale

Che si tratti di separazione o di divorzio), anche nel caso estremo di divorzio con addebito (pur trattandosi di un termine improprio, giacché bisognerebbe parlare di separazione con addebito, non esistendo la fattispecie prima nominata), che viene accordato solo in caso di grave violazione di uno dei doveri derivanti dal matrimonio (coabitazione, fedeltà, assistenza morale e materiale, coabitazione), l’interesse precipuo da salvaguardare è quello dei minori coinvolti: è per questo che qualora steste cercando un esperto in diritto civile che possa supportarvi nello svolgimento della separazione, vi consigliamo di visionare il suo portfolio e di chiedergli raggiagli in merito alla sua esperienza di casi precedentemente trattati in cui siano presenti minori.
 
Con Quotalo potete farlo tranquillamente: richiedetelo in modo esplicito quando compilate il form apposito

Richiedi Preventivi

Gratuitamente e in 1 solo minuto.