Stazione di sollevamento delle acque reflue: come scegliere le migliori

09 Ottobre 2019 - Redazione

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Cosa fare quando la propria abitazione è più in basso rispetto al punto di scarico delle acque reflue? Scopriamo i vantaggi e le caratteristiche delle stazioni di sollevamento automatico

In base alla posizione della propria casa e a quella dell’impianto di scarico, può essere necessario ricorrere all’installazione di apposite stazioni di sollevamento automatico delle acque reflue. Si tratta di impianti per la gestione degli scarichi domestici (chiamati appunto acque reflue) nelle abitazioni prive della pendenza minima con l’impianto fognario. Per comprendere cosa sono le acque reflue è importante sottolineare quali sono le tipologie esistenti.

Le acque reflue sono tutte le acque che, sia a livello domestico che industriale, sono state contaminate da altre sostanze (organiche o inorganiche) e che le rendono inutilizzabili direttamente, motivo per cui si richiede un apposito trattamento e scarico.

Le acque reflue si dividono in domestiche e industriali e quelle domestiche possono essere classificate come: acque nere (quelle provenienti dagli scarichi del WC del bagno), acque grigie (che arrivano dagli altri impianti della casa) e acque meteoriche (prodotte dagli agenti atmosferici).

Cosa sono le stazioni di sollevamento delle acque sporche?

Tutti gli edifici (sia domestici che industriali) devono prevedere un sistema di scarico delle acque reflue. Nei casi in cui l’edificio si trovasse ad un’altezza minore rispetto al punto di scarico, si deve ricorrere all’installazione di un’apposita stazione di sollevamento delle acque reflue.

Questo tipo di impianti sono dotati in appositi bacini all’interno dei quali vengono raccolte le acque reflue e, tramite delle elettropompe, poi convogliate attraverso specifiche tubazioni verso il punto di scarico.

Il funzionamento di una stazione di sollevamento delle acque nere è determinato da interruttori, sensori di livello e quadri elettrici. Le stazioni di sollevamento automatico possono essere installate sia negli edifici dove c’è un allaccio diretto alla rete fognaria, che in quelle realtà dotate di un sistema di depurazione indipendente, come può essere una fossa biologica, un impianto di spandimento dei liquami, eccetera.

Impianti sollevamento liquami: come funzionano?

Come abbiamo in parte anticipato ciò che compone le stazioni di sollevamento automatico delle acque reflue è: il serbatoio (o vasca di ritenzione), l’elettropompa e le tubazioni.

Una volta che le acque reflue vengono scaricate all’interno del serbatoio, vengono azionate le pompe a immersione che registrano l’aumento del livello delle acque reflue. In base al flusso delle acque viene regolato l’azionamento delle pompe in modo che l’aspirazione e lo scarico delle acque reflue sia sempre ottimale e si eviti di far girare a vuoto l’intero impianto.

Stazione di sollevamento delle acque reflue

Stazioni di sollevamento delle acque nere: come sceglierle?

Nella loro semplicità i sistemi di aspirazione e scarico delle acque reflue sono impianti dotati di diversi componenti, ognuno dei quali svolge un ruolo essenziale. Tra gli elementi fondamentali delle stazioni di sollevamento automatico delle acque reflue troviamo:

  • grandezza serbatoio;
  • potenza pompa a immersione;
  • granulometria della pompa;
  • flusso della pompa;
  • sistema di regolazione.

Questi cinque fattori determinano la scelta e la configurazione ottimale dell’impianto di aspirazione e scarico delle acque reflue. Ma andiamo con ordine, partendo dalla grandezza del serbatoio.

Il cosiddetto dimensionamento della stazione di sollevamento delle acque nere dipende dalla grandezza dell’abitazione. Generalmente si stima la capienza del serbatoio in base al numero delle stanze e per una casa con 5 camere si necessita di un serbatoio di almeno 100 litri. La forma del serbatoio dipende anche dallo spazio che si ha a disposizione.

La pompa a immersione è un po’ il cuore dell’impianto di aspirazione e scarico delle acque reflue e per scegliere la migliore bisogna valutare la potenze, la granulometria e il flusso.

La potenza, ovviamente, fa riferimento alla capacità di aspirazione e distribuzione delle acque sporche ed è un elemento da valutare in rapporto anche alla grandezza del serbatoio.

La granulometria, invece, indica la quantità di impurità che la pompa è in grado di sopportare prima che si blocchi. Le acque reflue vengono distinte in molto cariche e poco cariche, indicando con questa classificazione la quantità di sporcizia che è presente in esse e viene espressa in millimetri. Se la granulometria è superiore ai 50mm si parla di acque reflue molto cariche che richiedono un tipo di pompaggio molto particolare (valutando anche l’utilizzo di un trituratore), altrimenti si fa riferimento ad acque poco cariche che possono essere gestite tranquillamente da una pompa che ha una granulometria che va dai 20 ai 50mm.

Infine, come abbiamo già avuto modo di anticipare, c’è da considerare il sistema di regolazione. Il livello di riempimento del serbatoio (e quindi l’azionamento della pompa) può essere monitorato o tramite un galleggiante o attraverso una particolare sonda (detta piezometrica). Il galleggiante è più semplice da sostituire, ma più soggetto a sporcarsi e a falsificare la lettura del livello del serbatoio. Le sonde piezometriche, invece, sono più precise e più resistenti, ma hanno, in caso di guasto, un costo molto superiore per la loro sostituzione.

Manutenzione delle stazioni di sollevamento delle acque nere

Anche le stazioni di sollevamento automatico delle acque reflue necessitano di una manutenzione ordinaria che mantenga sempre efficiente il funzionamento dell’impianto e eviti guasti e danneggiamenti che, oltre a creare problemi nella gestione degli scarichi, possono richiedere costi importanti da sostenere.

Tra i principali interventi di manutenzione c’è quello di pulizia del galleggiante e di verifica del funzionamento della parte elettrica dell’impianto. In fase di progettazione, inoltre, è utile valutare l’installazione anche di un allarme (sonoro o luminoso) con il quale essere tempestivamente informati di qualsiasi irregolarità nel funzionamento dell’impianto.

Infine si consiglia anche di proteggere, tramite delle valvole anti ritorno, le tubazioni delle stazioni di sollevamento, così come l’inserimento di un sistema di ventilazione nella vasca di ritenzione per smaltire i gas che si formano durante la gestione e il trattamento delle acque nere. Nell’installazione di un impianto di questo tipo non va dimenticato come, soprattutto per gli immobili di nuova costruzione, sia necessario presentare al proprio comune di residenza la documentazione necessaria per richiedere le autorizzazioni per lo scarico delle acque. Per trovare un’azienda specializzata alla quale rivolgersi per richiedere un preventivo per l’installazione di una stazione di sollevamento automatico delle acque sporche, è possibile utilizzare Quotalo che, con il suo motore di ricerca , permette di individuare ed entrare in contatto con i migliori professionisti della tua zona.

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