Telecamere a circuito chiuso: caratteristiche e utilizzi
18 Marzo 2016 - Redazione
Questo tipo di telecamera è stata utilizzata inizialmente per videosorvegliare aeroporti, banche e basi militari, poi gradualmente il suo impiego ha interessato anche le civili abitazioni. S tratta, è bene dirlo, di impianti di sicurezza passiva, che cioè registrano senza soluzione di continuità.
Tra le telecamere a circuito chiuso quelle di tipo IP (digitali) presentano il vantaggio di non essere soggette a disturbi nella registrazione e di essere molto flessibili al cablaggio. Tuttavia, sono limitate da una serie di svantaggi: la maggiore delicatezza rispetto alle telecamere analogiche, la minore personalizzazione a livello di obbiettivi, la minore durevolezza rispetto alle analogiche.
Qualora la telecamera vada posizionata in un luogo aperto (ipotizziamo, al portone di ingresso di una villetta), è fondamentale che non sia comunque esposta agli agenti atmosferici, e che sia collocata in una zona sopraelevata.
Alle telecamere a circuito chiuso andranno collegati (da voi, o dall’esperto che si occupa dell’installazione) due fili, uno video e positivo, l’altro elettrico e negativo, che andranno collegati al resto dell'impianto, e che dovranno passare da un ambiente all'altro o dall'esterno all'interno e viceversa.
Dopo aver posizionato tutto, deciso dove sistemare il monitor e la consolle per i comandi, e aver compiuto tutti i vari collegamenti e modifiche, è opportuno verificare ogni singolo allaccio.
Fatto questo, si potrà constatare anche il corretto funzionamento del videoregistratore digitale, capace di effettuare registrazioni su hard disk o nastro di tutto quello che viene catturato dall’obbiettivo delle telecamere ad esso connesse. Questo tipo di dispositivo, oltre a registrare, consente anche di controllare delle zone privacy; controllare sistemi di domotica; essere visionati da un pc remoto o da telefono cellulare; e molto altro…