Tetti ribassati in cartongesso: idee e soluzioni particolari
03 Luglio 2017 - Redazione
Il manto di copertura, che è lo strato esterno, garantisce la tenuta dell'acqua, mentre la struttura portante ha il compito di sostenere il manto.
I materiali adoperati per la costruzione del manto sono:
- tegole, che a loro volta possono essere in: laterizio, cemento, materiale bituminoso;
- lastre in: fibrocemento, pietra, legno, materie plastiche;
- pannelli metallici coibentanti;
- Predisposizione dell’impianto di condizionamento
- lamiere grecate di acciaio zincato, rame, alluminio, ecc.;
- paglia;
- canna lacustre.
Insomma, tra tutti questi materiali non figura il cartongesso, che viene adoperato invece per la costruzione dei controsoffitti, laddove il soffitto rappresenta la parte inferiore di un tetto, mentre il controsoffitto è un'opera edile posta al di sotto di esso.
Ad essere precisi bisognerebbe quindi parlare di soffitti in cartongesso, soffitti ribassati in cartongesso, soffitti lavorati in cartongesso, e così via… ma bando alla pignoleria e scendiamo nei dettagli della questione!
Tetti ribassati in cartongesso
L'uso dei tetti ribassati in cartongesso non è cosa recente, dal momento che è possibile rinvenirli pure nelle abitazioni di 40 anni fa e oltre: certo ad essere cambiate sono le tecniche costruttive, dal momento che in passato i solai in legno venivano coperti con una struttura leggera composta da canne intrecciate che poi venivano intonacate, mentre nei tetti moderni in cartongesso si procede con pannelli di questo materiale.
Perché si ricorre agli abbassamenti dei tetti in cartongesso?
Innanzitutto per questioni estetiche, dal momento che consentono di movimentare uno spazio generalmente piano e di decorarlo, soprattutto quando si ricorre a tetti lavorati in cartongesso come quelli delle immagini che vi proponiamo qui sotto, ma anche per eseguire un rivestimento termoisolante, fonoassorbente o resistente al fuoco, oppure atto ad ospitare uno o più impianti, o ancora per celare difetti di costruzione.
In entrambe queste foto tetti particolari in cartongesso si sposano con l’uso dello stesso materiale anche per altre lavorazioni: nel primo caso si tratta dell’allestimento dello spazio espositivo di uno show room, nel secondo di un open space salotto-cucina diviso da un’originalissima parete che ospita anche l’inserto camino ed è sormontata da un gioco di luci a faretti incastonati, mentre il tetto lavorato in cartongesso con forme sinuose e plastiche si arricchisce della presenza di due lampadari con cascata di bolle di cristallo, che regalano un effetto scenico davvero entusiasmante…
Tetti a volta in cartongesso
Il sistema costruttivo basato sul cartongesso offre numerosi vantaggi: facilità di posa e velocità di esecuzione dei lavori; leggerezza delle strutture; pulizia nella zona di cantiere; possibilità di ricorso al fai da te; celerità nella rimozione in caso di variazioni da apportare.
E ciò è vero anche nel caso dei soffitti.
Trattandosi di un materiale così duttile e facilmente lavorabile, può infatti essere impiegato anche nella realizzazione di soffitti curvi, che ben si sposano con un design rustico o uno stile antico.
Ma come si realizzano tetti a volta in cartongesso?
Innanzitutto dotandosi di:
- Pannelli in cartongesso
- Aste di alluminio
- Stucco murale
Di seguito vi proponiamo un’interessante sequenza per immagini, che rappresentano le fasi costruttive di diverse tipologie di tetti a volta in cartongesso:
- 1. Tetto a crociera: sezionando una volta a botte lungo due diagonali si ottengono due “fusi” e due “unghie”, e unendo quattro unghie si ottiene una volta a crociera (che appare dunque come l’intersezione di due volte a botte uguali e ortogonali); conosciuto già in età romana, il tetto a crociera può essere ogivale nel momento in cui le unghie da cui è formato presentano una sezione a sesto acuto, come le cupole tipiche del gotico;
- 2. Tetto a padiglione: dalla volta a botte sezionata, unendo i quattro fusi ricavati, si ottiene questo genere di volta, che invece di poggiare sui quattro angoli come quella a crociera, poggia su quattro muri perimetrali; è usata in genere per stanze e saloni dato che si presta bene ad essere affrescata in maniera pressoché continua; esempi ne sono la Mole Antonelliana e Santa Maria del Fiore a Firenze, sebbene presentino piante differenti;
- 3. Tetto a cupola: di forma semisferica, scarica il peso su una muratura circolare; nel Medioevo e nel Rinascimento le variazioni avvennero soprattutto sulla struttura d’appoggio della cupola, tanto che una delle più diffuse, sorta in età bizantina, è la cupola su pennacchi, porzioni angolari di sfera che consentono il passaggio dal cerchio al quadrato; in età romanica si svilupparono altre varianti a forma di nicchia come gli alveoli pensili o le trombe angolari, di cui splendidi esempi si trovano nel Sud Italia.
Che si tratti di tetti moderni in cartongesso come quelli che abbiamo visto, oppure di tetti lavorati in cartongesso dal sapore classico, come quello dell’immagine successiva, è chiaro che più si desidera un tetto particolare in cartongesso più è il caso di rivolgersi a degli esperti del settore, tralasciando l’idea del fai da te, ma anche il ricorso ad un semplice cartongessista: noi vi raccomandiamo invece dei professionisti che si qualifichino per il pregio e l’estetica dei loro lavori… insomma, degli artisti nel vero senso della parola!
Facile a dirsi, penserete voi, ma dove trovarli, e soprattutto quanto sborsare per il loro intervento?
Alla prima domanda abbiamo risposto con un semplice form, che una volta compilato vi consentirà di essere contattati dai migliori esponenti del settore della vostra zona.
Alla seconda esigenza abbiamo replicato cercando fornitori che garantissero sì la qualità, ma che tenessero in considerazione attentamente anche la questione economica, perché le esigenze delle persone sono il nostro primo interesse...