Tradimenti e social network: quando i messaggi hot giustificano una separazione
03 Dicembre 2024 - Redazione
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Nei pochi anni che ha impiegato per entrare, a tutti gli effetti, all'interno delle nostre vite, internet è stato tanto capace di avvicinare le persone (grazie ai social network ed alle mail), quanto di allontanarle. Naturalmente, questo strumento non può essere definito buono o cattivo, ma l'unico giudizio che può essere espresso è sul suo uso.
- Indice contenuti
- Tradimento del congiunto: la sentenza 9384 della Corte di Cassazione
- Tradimento coniugale online: perchè l'approccio online può giustificare una separazione
- Stime e cifre sull'influenza dei social network sulle separazioni
- Tradimenti online: farsi scoprire non è mai stato così facile
- Tradimento online e separazione: come provare l’infedeltà attraverso gli sms all’amante
- Avvocato per tradimento tramite social network
Tradimento del congiunto: la sentenza 9384 della Corte di Cassazione
E' proprio su questo principio che la Corte di Cassazione, tramite la sentenza n. 9384 del 2014, ha deciso che l'iscrizione a siti d'incontri online può giustificare l'addebito delle spese della separazione tra due coniugi.
Il giudizio espresso da questo organo è che l'iscrizione ad uno di questi portali violi l'obbligo di fedeltà che intercorre tra i coniugi dal momento della stipula del contratto di matrimonio.
Questa, infatti, afferma che nel momento in cui si dovessero ricercare relazioni coniugali tramite l'utilizzo di internet, in particolare dei social network, questa può essere ritenuta come la circostanza idonea a compromettere la fiducia tra i coniugi, giustificando la rottura della relazione.
Questo lede, inoltre, l'onore e la dignità del coniuge tradito.
Infatti, proprio per questo si condanna come comportamento contrario al dovere di fedeltà tra marito e moglie, anche la semplice iscrizione ad un sito di incontri online. Quindi, non è necessario che il rapporto venga ricambiato o, addirittura, consumato, poiché anche questi verrebbero considerati come "mero tentativo".
Tradimento coniugale online: perchè l'approccio online può giustificare una separazione
In questo caso, un'indagine di indirizzo sociologico potrebbe essere utile per capire meglio le motivazioni che hanno portato le istituzioni italiane a propendere per la creazione di questo precedente.
A quanto pare, secondo la sentenza del giudice della Cassazione di Bologna che, per primo, ha emesso questo tipo di giudizio, la ricerca di relazioni extraconiugali mediante mezzi informatici è sufficiente per minare quel necessario legame di figucia che dovrebbe legare i due partner durante l'intera durata della loro relazione. Nella sentenza, infatti, è scritto chiaramente che l'atto del marito in questione, il fedifrago virtuale, ha minato i suoi doveri ledendo la dignità e l'onore della coniuge.
l risultato è stato, inevitabilmente, il totale addebitamento all'uomo delle spese di separazione, scattato assieme all'obbligo di mantenimento della ex-moglie.
In questa sentenza, ciò che più interessa a livello giurisdizionale è il mancato consumo del tradimento stesso. Nonostante tale considerazione sia stata utilizzata dai legali difensori come attenuante, la Cassazione ha ritenuto che l'atto di infedeltà sia effettivo nonostante non sia mai concretamente avvenuto.
Infatti, il confine di demarcazione tra il mondo virtuale e quello reale si sta sempre più assottigliando.
I profili che vengono creati sui social network sono una rappresentazione sempre più reale e concreta di ciò che gli utenti sono (o che vorrebbero essere), e dunque anche l'agire in questo settore alla ricerca di avventure o storie è considerato un reato penale ed una concreta violazione del contratto di matrimonio.
Non sempre sono chiari i motivi che spingono un coniuge a ricercare questo tipo di frequentazioni online. Magari la passione di un tempo è andata affievolendosi, oppure con gli anni ci si è resi conto che la persona che è al nostro fianco non è la migliore con cui trascorrere il resto dei nostri anni.
Resta il fatto che il tentativo di intrecciare nuove relazioni, anche se virtuali, costituisce una concreta violazione dell'istituzione della famiglia, riconosciuta anche dall'articolo 29 della Costituzione come una “società naturale fondata sul matrimonio”.
Lo stesso, inoltre, espirme chiaramente che la legge è tenuta a tutelare l'unità del nucleo stesso, e che quindi, nonostante questo tentativo di tradimento sia rimasto puramente sul piano virtuale e platonico, esso costituisca comunque un reato in quanto ha minato una società che la nostra stessa Costituzione difende.
Stime e cifre sull'influenza dei social network sulle separazioni
Nonostante la sentenza in questione sia arrivata soltanto in epoca “recente”, a nostra insaputa i mezzi informatici hanno già sconvolto il nostro modo di concepire le relazioni.
Un esempio estremamente calzante, in merito, può provenire direttamente dagli Stati Uniti, dove gli studi di Zack Carter, assistente professore di comunicazione alla Taylor University, ha dimostrato che nel 75% delle cause di divorzio è presente “Facebook” tra le motivazioni che hanno spinto la coppia a propendere per la definitiva separazione.
In Italia, secondo il presidente dell'Ami – associazione degli Avvocati Matrimonialisti Italiani, l'avv. Gian Ettore Gassani - le stime indicano che i social network sono citati nel 20% delle cause di separazione e che il 50% dei tradimenti avviene proprio in rete.
Cifre più basse rispetto a quelle indicate oltreoceano, ma che meritano comunque la giusta considerazione, vista la delicatezza dell'argomento.
Inoltre, secondo un altro studio, questa volta svolto in Irlanda a cura della dott.ssa Monica Whitty, il 70% delle relazioni virtuali si trasformano in incontri occasionali. Di questi, ben il 30% evolvono in relazioni stabili e durature.
Di fronte alla fredda realtà messa in luce da questi numeri, è impossibile non rendersi conto di come internet, ed i social network in generale, abbiano inevitabilmente mutato il nostro modo di rapportarci con il mondo circostante, rendendo sempre meno evidente la linea di demarcazione tra ciò che è online e ciò che è reale.
Muovendosi, inevitabilmente, la nostra società verso questa direzione, è impossibile non iniziare a concepire i flirt online come degli atti di infedeltà tali da giustificare l'addebitamento delle spese legali ed il mantenimento del coniuge in difficoltà.
L'Avvocato Gassani, già citato in precedenza, si è espresso più volte sull'argomento dal punto di vista sociologico, oltre che giuridico, ed è interessante notare come sia mutato il costume sociale nazionale negli ultimi anni.
Ad esempio, rispetto a qualche decade fa si è notevolmente innalzata l'età media dei traditori internauti, mentre le stime tra mariti e mogli fedifraghi si equivalgono.
Questi dati indicano come le avventure online non siano più un fenomeno prettamente legato ad una generazione, quella dei millenials, fortemente legata alla tecnologia, ma che esse coinvolgono anche uomini e donne ben più adulti e, di conseguenza, con relazioni matrimoniali ben più salde e rafforzate dal tempo.
Tradimenti online: farsi scoprire non è mai stato così facile
L'elevato numero di tradimenti rilevati nelle precedenti stime è anche dovuto, in parte, dalla relativa ingeniutà con cui gli strumenti tecnologici vengono utilizzati dai fedifraghi.
La maggior parte, infatti, viene scoperta grazie ad SMS e chat lasciate alla mercé del proprio partner. Queste, però, non sono prove utilizzabili in tribunale, poiché qualsiasi messaggio o chat rubato da un'apparecchio digitale in possesso del proprio partner è una violazione di corrispondenza in tutto e per tutto.
Per accertare il tradimento, è necessario che vi sia o un ammissione di colpevolezza da parte del fedifrago o delle prove fotografiche acquisite grazie all'ausilio di un'agenzia di investigazione.
Alcune di queste, però, sfruttano fake account proprio per andare a testare la presunta infedeltà del coniuge senza, in alcun modo, violarne la privacy e svelando, così, le intenzioni fedidraghe.
Questo avviene perché l'uso dei social network ha reso molto più fluido il nostro modo di relazionarci con gli altri profili virtuali e, dunque, con le altre persone, e rendendo, in questo modo, molto più evidenti tali situazioni.
Tradimento online e separazione: come provare l’infedeltà attraverso gli sms all’amante
La validità degli sms all’amante per poter attribuire la colpa della separazione all’ex coniuge, è stata da sempre un’incognita.
La Corte di Cassazione, però, ha stabilito che per ottenere il divorzio con addebito, anche i messaggi inviati possono essere sufficienti.
Quindi, per provare l’avvenuto tradimento, basta semplicemente produrre in giudizio gli sms scambiati con l’amante, poiché esso è in grado di dimostrare la colpevolezza del coniuge fedifrago.
Quindi, chat dal contenuto amoroso sono in grado di affermare la violazione dell’obbligo di fedeltà, riconoscendo che sia questo evento la causa scatenante la crisi matrimoniale.
Gran parte della giurisprudenza, comunque, ritiene che si commetta ugualmente illecito a leggere gli sms del partner, perchè il rapporto tra marito e moglie non esula dal mantenere un rapporto di rispetto delle limitazione imposte dalla sfera della riservatezza derivante dalla condizione degli spazi.
Inoltre, se il materiale fosse stato reperito acquisendo il dispositivo cellulare con la violenza, si genererebbe un reato che renderebbe illegittima la prova presentata.
Nel caso ci fosse una terza persona ad aver letto suddetti messaggi, questo potrebbe offrire la propria testimonianza, per provare l’esistenza degli sms ed il loro contenuto.
Tutti i social network ormai posseggono l’opzione che consente di chattare in maniera del tutto privata e, questa viene utilizzata molto frequentemente.
Comunicare online non è sbagliato ed è la riflessione ottimale della tecnologia che quotidianamente avanza ma, d’altro canto, rischia di distruggere rapporti consolidati.
Si tende, erroneamente, a pensare che qualunque cosa accada digitalmente, non sia poi reale. Chattare con un uomo od una donna diversa dal proprio partner, anche se ciò dovesse avvenire su internet, equivale ad un tradimento.
Le coppie, però, tendono a pensare che avere un rapporto digitale al di fuori della propria relazione non possa influenzare la vita coniugale.
Spesso, poi, interviene una sorta di giustificazione sociale nei confronti di queste tendenze, considerando che ciò che viene fatto da tutti, possa essere legittimo.
Basti pensare, però, che negli ultimi anni, quasi l’80% dei divorzi, in particolar modo negli Stati Uniti, abbia tra le cause scatenanti proprio l’utilizzo sconsiderato di Facebook.
Addirittura c’è chi ha scoperto un tradimento proprio attraverso le chat nei social network, oppure chi, credendo di trovare un confidente per i propri sfoghi emotivi, ha poi finito col tradire la propria compagna.
Sono infinite le casistiche, ma la conclusione pare essere sempre la stessa: le chat sono in grado di distruggere le relazioni, anche quelle ormai consolidate.
Avvocato per tradimento tramite social network
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