Le tutela della legge su figli, patrimonio e casa dopo la separazione

28 Agosto 2019 - Redazione

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Quando una separazione è in corso, la legislazione pone come primo obiettivo la tutela degli interessi dei figli minori che hanno il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con i propri genitori.

Proprio per questo è stato istituito l’affidamento condiviso ad entrambi.

La responsabilità genitoriale viene esercitata, in questo modo, cercando di agevolare una corretta educazione ai figli. Per quanto riguarda la sfera economica, questi dovranno provvedere, poi, al mantenimento dei figli in misura coerente con il proprio reddito ed in base al tempo di permanenza presso ciascuno dei genitori.

La crisi matrimoniale comporta, infatti, delle conseguenze molto forti sia sul piano sociale che economico, poiché entrano in gioco i beni posseduti dagli stessi, come la casa coniugale, conti ed immobili cointestati.

Per tale motivo, è consigliabile sempre un accordo che possa raggiungere la separazione consensuale, in modo che i coniugi possano definire, con l’aiuto del professionista, ogni questione in maniera soddisfacente e con un risparmio considerevole di tempo.

Nel momento in cui si dovesse arrivare alla separazione, la comunione legale si scioglie e ognuno potrà accedere alla propria metà dei beni.

Chi si separa, invece, avendo a monte un regime di separazione dei beni, questi non vedranno alcune sostanziali modifiche alla situazione patrimoniale. Questo perchè ogni coniuge conserva la titolarità e l’amministrazione di ogni bene acquistato prima e durante il matrimonio.

Diverso è se esistessero conti correnti intestati ad entrambi o altri beni. infatti, in questo caso sarà necessario provare tramite documentazioni e testimonianze, di chi sia la proprietà. In caso contrario, queste saranno divise al cinquanta percento per ognuno.

Il regime patrimoniale però, non regolamenta il diritto ad abitare nella casa coniugale, poiché esule dall’analisi di chi sia stato realmente ad acquistarla. infatti, in presenza di figli la legge dà la precedenza al genitore a cui i figli sono affidati o con il quale convivono. Questo vale anche se si tratta di maggiorenni.

il divorzio e le conseguenza sul patrimonio

Il divorzio e le conseguenze sul patrimonio

La fine di un matrimonio, è un evento che colpisce negativamente diversi ambiti della vita, soprattutto patrimoniali, e questo interessa almeno uno dei due coniugi.

Ciò che fino a quel momento era della famiglia, dovrà essere riconsiderato, smembrato e ridistribuito in parti non sempre eque. In questo frangente, l’attenzione si pone principalmente sui figli, perchè sono di entrambi i genitori.

Oltre all’assegno di mantenimento, utile a mantenere la conservazione dello status economico e permettere ai propri figli di non subire alcuna alterazione nello stile di vita, è importante porre l’accento sulla conservazione corretta del patrimonio e della casa, così da tutelare la prole.

Il nostro ordinamento, infatti, prevede che i figli debbano essere mantenuti da entrambi genitori fino al raggiungimento dell’indipendenza economica, che può avvenire anche dopo il raggiungimento della maggiore età.

Cosa succede ai beni che si avevano in comune

Durante il matrimonio, i futuri marito e moglie hanno la possibilità di scegliere tra comunione dei beni o separazione degli stessi. Nel primo caso, secondo il codice civile, tuti i beni acquistati, anche separatamente, diventano diritto di entrambi dopo l’unione.

Nel momento della separazione o divorzio, del momento che questo regime decade, ogni bene viene distribuito in parti esattamente uguali tra i coniugi. Ciò è valido anche per le passività come i debiti della coppia.

Gli unici beni esclusivi, resterebbero eventuali somme di denaro o beni ereditati, così come i capitali ricevuti a titolo di risarcimento danni.

Molte coppie, ormai però scelgono di optare per la separazione dei beni, la quale permette ad ogni membro della coppia di mantenere la titolarità dei propri beni, oltre che del godimento degli stessi. Ovviamente, nel caso ci fosse la separazione, questa opzione ridurrebbe le controversie, essendo un patrimonio già diviso a monte.

trasferimento dei beni ai figli dopo il divorzio

Trasferire ai figli i beni in caso di divorzio

Oltre alla comunione e separazione dei beni che possono in qualche modo incidere in maniera indiretta al passaggio patrimoniale per i propri figli, esistono delle opzioni alternative che possono percorrersi.

Quando si sceglie di chiudere un matrimonio raggiungendo anche un accordo, si può decidere anche di trasferire direttamente beni immobili e diritti direttamente ai figli, e non, quindi, al coniuge. In questo modo non sarà più necessario ricorrere al notaio, dal momento che i figli risulterebbero già come eredi legittimi, ottenendo anche un considerevole risparmio, perchè questo tipo di trasferimenti sono molto vantaggiosi a livello fiscale.

La richiesta di trasferimento, infatti, va iscritta durante l’udienza di separazione, nel verbale, ed è possibile anche scegliere il momento in cui rendere effettivo il trasferimento, soprattutto se si tratta di figli minorenni.

Come procedere in caso di titolarità di una impresa

In questi casi, gli aspetti da considerare sono totalmente diversi, infatti, il trasferimento dei titoli, deve essere validato da un atto publico dinnanzi ad un notaio.

La Suprema Corte di Cassazione si è pronunciata in questo senso, considerando la nullità dell’atto stesso se realizzato in modo differente dalle modalità sopra citate.

Unica eccezione, però, è prevista in caso si tratti di titoli dal valore molto basso, una stima, però non quantificata dalla legge, ma che permette donazioni dirette senza la necessità di un atto pubblico.

Per trasferire un’impresa, è possibile procedere con una donazione, un contratto consensuale che determina la volontà di trasferimento quando il donante è ancora in vita. L’imprenditore, in questo caso può passare la proprietà dell’azienda al figlio, ma durante la successione in seguito al decesso del donante, il valore deve sommarsi agli altri beni, così da riconsiderare l’ammontare della successione e consentire agli eredi legittimi di partecipare di diritto alla suddivisione del capitale.

Una alternativa è il patto di famiglia, che si considera un contratto stipulato con la presenza degli altri membri della famiglia chiamati all’eredità, fino ai parenti prossimi. Tale contratto, propone di compensare con altri beni il valore dell’azienda che non viene suddivisa tra gli eredi. Quindi si attua una vera e propria successione in vita, dal momento che l’azienda in oggetto non farà più parte dell’eredità e nessun membro della famiglia potrà rivalere diritti.

Diverso ancora è nel caso ci fossero denari liquidi da trasferire.

Questi, infatti, potranno essere “donati” attraverso mezzi tacciabili, nel rispetto della normativa antiriciclaggio. Quindi assegno bancario, bonifico o assegni circolari, permetteranno di trasferire somme in totale tranquillità, da abbinare, eventualmente, ad un messaggio di posta elettronica certificata o raccomandata con ricevuta di ritorno, in cui il donatario avvisa della donazione, specificando il mezzo effettuato e l’importo. Stara poi al figlio rispondere e confermare all’avvenuta ricezione del denaro.

Separazione e divorzio, effetti patrimoniali

Quando uno dei due coniugi va via di casa sapendo di non ritornare più, deve essere a conoscenza del modo in cui lo fa e se la sua azione porterà poi al divorzio. infatti, esiste una sostanziale differenza tra separazione e divorzio, ed una differenza tra separazione consensuale e giudiziale. Questi avranno, oltremodo, effetti patrimoniali totalmente diversi, poiché ognuna di esse avrà una incidenza differente sul matrimonio.

La separazione indica la fine del legame tra i due, ma non si è ancora arrivati al divorzio. Proprio per questo, in questa prima fase, si cerca di riconciliare, operando sulla sospensione dei doveri reciproci del matrimonio, tranne quello del rispetto e dell’assistenza.

Ciò vuol dire che non si scioglie il matrimonio, ma se ne modificano gli effetti, anche in comunione dei beni, se è stato adottato questo regime durante il matrimonio. Il regime, infatti, deve essere mantenuto fino al momento in cui il presidente del Tribunale autorizzerà la separazione, oppure alla sottoscrizione del processo verbale di separazione consensuale.

Secondo l’articolo 192 del codice civile, prima di procedere alla divisione del patrimonio comune, è necessario proceder ai rimborsi e alle restituzioni di un coniuge verso l’altro. Ad esempio, se dovessero essere state prelevate dal conto in comunione delle cifre non dirette a soddisfare la famiglia, questa dovrà essere reinserita nella conto comune.

Stesso discorso vale quando si decide di spendere somme di propria autonoma iniziativa, a meno che queste non siano necessarie per alcuni atti straordinari e si dimostri, comunque, quale vantaggio per la comunione abbia soddisfatto.

Quindi ogni coniuge può chieder indietro i soldi prelevar dal patrimonio personale e diretti al patrimonio comune.

Un altro effetto patrimoniale della separazione, poi, è determinato dall’assegnazione della casa famigliare tra i coniugi, che, in caso di separazione consensuale, dovrà essere discusso nell’accordo.

Inoltre, se questa dovesse essere giudiziale, si punterà a salvaguardare l’interesse dei figli, soprattutto se minorenni. In questo caso l’immobile resterà a chi detiene la proprietà esclusiva, o al gestore al quale vengono affidati i figli.

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L’assegno di mantenimento

Si parla di assistenza materiale nell’articolo 156 del codice civile, che recita il vantaggio del coniuge al quale non sia addebitabile la separazione, all’ottenimento del diritto di ricevere dall’altro quanto necessario al suo mantenimento, se egli non abbia redditi propri. Il coniuge, infatti, deve permettere al partner di poter conservare uno standard di vita simile a quello goduto durante il matrimonio.

Se la separazione dovesse essere addebitata ad entrambi, non sarà possibile avere diritto all’assegno, indipendentemente dalla circostanza della separazione. Con la separazione, comunque, restano intatti il dovere al rispetto ed all’assistenza sino al divorzio, così come anche il tenore di vita.

Conclusione

La tutela dei figli è un argomento da prendere in considerazione molto seriamente, in previsione dei gravi imprevisti che potrebbero occorrere. Così, quando una famiglia vede il marito e moglie separarsi o giunger al divorzio, ci sono alcuni metodi utili a tutelare il patrimonio famigliare, rendendo più sicuro anche il passaggio generazionale.

In caso di proprietà, è sempre importante non cercare di gravare sulle finanze dell’erede e far sì che, di conseguenza, le scelte non ricadano negativamente sui figli.

Spesso si consiglia una polizza che assicuri un capitale ai propri figli, in modo tale che si possano mettere al riparo gli averi ed il tenore di vita, dato che queste somme sono sono pignorabili, soggette alle imposte di successione, né ad Irpef.

In questo modo si garantisce alla sicurezza che i propri figli possano disporre interamente della somma assicurata ed indipendentemente dalla situazione economica presente al momento della successione.

Nel corso della crisi famigliare, sono molti gli aspetti patrimoniali e, proprio per questo è necessario chiarire come tutelare la conservazione del patrimonio, come la casa che spesso è intestata solo ad un coniuge.

Proteggere il patrimonio è importante, soprattutto all’interno del mondo famigliare, dove si concentrano le ricchezze che rappresentano il frutto del lavoro di una vita- la famiglia non viene intesa solo come il modello tradizionale, ma si riferisce ad un numero sempre più consistente di unioni di fatto e di famiglia allargate. Il punto chiave resta uno solo, cioè che la maggior parte delle volte, durante la fase patologica del rapporto coniugale, sono ad oggetto gli stessi temi:

  • abitazione coniugale
  • Mantenimento del coniuge economicamente più debole
  • Affidamento dei figli
  • Patrimonio di famiglia.

I tribunali, nel prendere atto degli accordi tra i genitori, se non contrari agli interessi dei figli, confermano il riconoscimento della sempre più ampia autonomia negoziale in ambito famigliare. Norme di diritto sostanziale e procedurale attribuiscono rilevanza all’accordo raggiunto dai coniugi sia in sede di separazione consensuale, che si divorzio congiunto, senza porre limiti, ad eccezione dell’immeritevolezza degli interessi.

Attraverso l’esercizio del Trust, è possibile tutelare il patrimonio famigliare, al fine di garantire la soddisfazione dei bisogni della famiglia ed evitare che uno o entrambi i coniugi dispongano dei beni.

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